All’Arena di Verona si è tenuto il concerto/evento/esperienza di Franco Battiato ed Antony Hegarty del gruppo Antony and Johnsons. In scena, ad accompagnare i due, la Filarmonica Arturo Toscanini. La prima data è stata a Firenze al Mandela Forum. L’Arena sembrava capire l’atmosfera e si è resa ancora più magica tingendo le proprie nuvole con tutte le sfumature del rosa. Preludio ad un qualcosa che non ha affatto disatteso nessuna aspettativa. Antony non salva nessuno e con un bel: “Gesù è ragazza” – ma anche Allah e Buddha – si apre, squarcia il suo essere e, come nelle sue canzoni, lo mostra senza inganno e senza alcuna reticenza. E’ fantastico come transgender (termine ombrello in cui si identificano tutte quelle persone che non si rispecchiano né nel genere maschile, né in quello femminile. Ricordiamo, tra le donne, Buck Angel), sarebbe meraviglioso come uomo ed esagerata come donna. Inizia la sua carriera en travesti a New York ispirandosi a John Waters, alla mitica Divine e a Klaus Nomi. Viene scoperto da Lou Reed che lo vuole nel suo progetto discografico “The Raven” (ispirandosi ai racconti e alle poesie di Edgar Allan Poe) che gli apre le porte ad un successo sempre più crescente. Antony apre il concerto e subito incanta e stupisce. Splendido essere umano impacciato e goffo voluto dal monumento nazionale Franco Battiato che vuole, accanto a sé, anche Alice per I Treni di Tozeur, La Realtà non Esiste dello scomparso Claudio Rocchi e per Il Vento Caldo dell’Estate (qui Alice è sola sul palco). Battiato è generoso fino all’ultimo. Spetta a lui anche la parte di trascinatore che scatena il pubblico dell’Arena con i suoi pezzi più famosi e ballabili fino all’ultima Centro di Gravità Permanente che sancisce, ahimè, la fine del concertone. Due artisti come loro nella stessa serata e sullo stesso palco sono da panico. Vorrei accennare all’unico neo che, soggettivamente, non è stato di mio gradimento però la mano stessa mi impedisce di farlo; non mi permette di andare avanti perché se un intero mare è pulito, limpido, sincero e bello non ci si deve assolutamente soffermare sull’unico granello di sabbia sporca. Questo soffia e vola via in un istante.
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