Oggi 21 maggio Alfredo Arias ha incontrato la stampa e gli studenti presso l’università Federico II di Napoli. L’incontro è stato presieduto dal professore Pasquale Sabbatino e introdotto dal direttore del Napoli Teatro Festival Luca De Fusco. Arias è un artista che viene “dalla fine del mondo” e ha scelto di lavorare a un testo di uno degli autori napoletani più sconosciuti e sottovalutati del capoluogo partenopeo.
«Sono lieto di essere qui a presentare uno spettacolo cardine di questa nuova edizione – Ha spiegato De Fusco – Durante tutte le conferenze stampa che ci sono state finora per presentare il Napoli Teatro Festival ho evidenziato fortemente come quest’anno tutte le rappresentazioni andassero a costituire una nuova Babele. Ebbene, il lavoro di Arias incarna perfettamente cosa volessi dire. Napoli è da sempre non solo una città ridente, ma il luogo della scuola attoriale per antonomasia. Ciò che però molto spesso contraddistingue il cartellone degli spettacoli napoletani è l’autarchia. Gli artisti napoletani credono molto spesso di essere gli unici in grado di fare teatro. Questa concezione è sbagliata, anche perché si corre il rischio di far nascere e morire una rappresentazione nel giro di tre sere. Per questo motivo, questa nuova edizione del festival punta a fare da trampolino di lancio per molti degli spettacoli a cui si avrà modo di assistere. Lo scopo di noi organizzatori è quello di riuscire a ottenere un “effetto vetrina”. Iniziare da Napoli, anche con 3 o 4 rappresentazioni del teatro classico partenopeo, per raggiungere poi altri festival, altri teatri e quindi un pubblico sempre nuovo. Sono stati tutti questi fattori a far sì che io proponessi a un regista come Alfredo di provare a mettere in scena uno degli spettacoli più belli del commediografo napoletano. – continua il direttore – Da una parte c’è Viviani, che dovrebbe ottenere molto più di quello che riceve in questo momento: stiamo infatti parlando di un autore musicale e teatrale che meriterebbe lo stesso trattamento e la stessa notorietà che riservano a Goldoni. Dall’altro lato c’è Arias, di cui sono un ammiratore spassionato.»
Luca De Fusco spiega così che grazie a questo nuovo spettacolo gli spettatori avranno l’opportunità di ammirare tradizione diverse mescolate, culture che però non sono poi così lontane come sembrano.
«L’operazione che abbiamo fatto può essere paragonata a quella dei botanici che decidono di inventare nuovi fiori. Aurias è sempre stato orientato verso il surreale, affidandogli un lavoro di Viviani – realista ecco che non si può non pensare ad un “circo equestre”!»
Il direttore precisa che oggigiorno uno dei problemi del teatro napoletano stia nella poca esportazione: «A finanziare questo spettacolo è soprattutto il Teatro Stabile di Roma. Per il Festival io desideravo la prima assoluta, ma non ho l’esigenza di possederlo in toto. In questo modo, grazie alla collaborazione tra il Mercadante, lo Stabile e il Napoli Teatro lo stesso spettacolo ha più possibilità di spiccare il volo.»
Alfredo Arias invece, specifica fin dal primo momento di essere cosciente della responsabilità che gli è stata affidata: «È difficile descrivere quello che sto vivendo – afferma il regista – Ma il mio obiettivo per questa prima è stata cercare sempre la giusta intensità e la scrittura più profonda. Ciò che ho subito avuto modo di constatare è che il napoletano è aperto al contributo esterno, riesce perfettamente a mescolarsi con tutto ciò che è diverso da lui. La proposta di De Fusco mi ha onorato e attirato fin dal primo momento. Grazie a Viviani porteremo in scena un testo incredibilmente potente in cui compaiono continue rivelazioni.»
«Si è venuta a creare un’energia che ha fatto maturare tra noi una fusione particolare – Continua l’argentino – Io sono nato a Buenos Saires, in periferia: mi sono avvicinato al palcoscenico ascoltando il teatro alla radio con mia nonna. Fin dal primo momento mi sono subito sentito vicino alla sensibilità dell’autore napoletano e perfettamente a incastro con la tradizione napoletana. Cosa che non mi è mai successa invece altrove, dove ho dovuto imparare a far parte delle diverse culture, senza sentire subito quest’immediata sintonia. Lo scopo di questo spettacolo sta tutto nel cercare la verità di ogni singolo momento, che a sua volta diventa sempre un istante sospeso. – precisa il regista – Nonostante Viviani resti in sordina e si continui ad associare solo De Filippo alla tradizione teatrale napoletana, lavorando a questo progetto ho scoperto un rapporto estremo tra la disperazione della Napoli odierna e la disperazione tipica di Viviani. Porteremo in scena un autore incredibile, capace di avvicinarsi in modo diretto, stravolgente e disperato all’essere umano.»
Circolo Equestre Squeglia andrà in scena per la prima mondiale il 21 giugno 2013 al Teatro San Ferdinando di Napoli. Il 22 e 23 giugno sarà possibile assistere alle due repliche previste.