Omaggia la canzone classica napoletana il cantautore Joe Barbieri, attraverso un album ed una serie di concerti, dal titolo Vulío, accompagnato dalla chitarra manouche di Oscar Montalbano e dalla DBguitar di Nico Di Battista. Il progetto è stato anticipato dalla canzone inedita Vulessse ‘O Cielo e dall’Ep Accarezzame-Lazzarella- Dicitencello Vuje- Cammina Cammina. Il disco Vulío, in uscita ad aprile, conterrà i rimanenti brani, e darà il via ad un tour tra teatri e festival italiani.
È uscito il primo degli Ep che celebra la canzone classica napoletana e che anticipa l’uscita in primavera di un album dal titolo Vulío. Quanto ti sta appassionando la realizzazione di questo progetto?
Enormemente, perché è un desiderio, un vulío (che significa appunto desiderio) che conservavo da tanti, tantissimi anni, in attesa di poterlo realizzare. Lo scorso dicembre ho compiuto 50 anni e mi è parso che questo momento sia arrivato, con la giuste dose di incoscienza e di leggerezza per poter affrontare un repertorio così straordinario.
Tra le canzoni classiche napoletane, rivisitate in chiave jazz, si distingue Dicitencello Vuje un brano raffinato ed unico.
Ma sono tutte canzoni eccellenti, si potrebbero fare una serie di dischi sul tema prima di iniziare a vedere da lontano una parvenza di esaurimento di cose da poter rileggere. Dicitencello Vuje l’ho sempre amata, poi ho scoperto essere anche la canzone preferita della nonna di mia moglie. Dunque è diventato anche un piccolo gesto affettuoso per loro due.
Vulesse ‘o cielo è l’inedito che ha anticipato l’Ep, ispirato dalla passione e conoscenza dei classici della canzone napoletana. Che valore assume per te questo brano?
Ha il valore che hanno tutte le canzoni che scrivo, il valore di qualcosa che mi consente di esprimermi e di liberare una sensazione. Questa in particolare è la mia connessione più profonda con la tradizione della Canzone Napoletana. Ho sempre scritto pochissimo in napoletano per rispetto, con Vulesse ‘O Cielo però ho desiderato farlo con una particolare intensità.
Alla realizzazione dell’album sei affiancato da due eccezionali chitarristi Oscar Montalbano e Nico Di Battista. Quanto contano le collaborazioni artistiche per un musicista?
Sono tutto. Specialmente oggi che chi scrive musica tende ad isolarsi nella propria stanza con strumenti che ti consentono di fare in autonomia. Ma senza il confronto artistico si producono solo fiori recisi, mentre noi abbiamo bisogno di piante con radici ben solide.
Puoi svelarci alcune delle altre canzoni che saranno raccolte nell’album Vulío?
Andremo in giro per 16 mondi (più la mia umilissima “Vulesse ‘O Cielo”), che spazieranno per circa un secolo e mezzo. La Canzone Napoletana cambia continuamente e dunque troveranno posto in quest’album non solo dei capisaldi della tradizione come ad esempio “Passione” oppure “Reginella” ma anche dei brani che sono già dei classici presenti e futuri come “Don Salvato’” di Enzo Avitabile o “Nun Te Scurdà” degli Almamegretta.
Ad aprile inizierà un tour che ti porterà nei teatri e festival italiani.
Si, è forse la cosa che aspetto con più trepidazione. Il momento rituale della condivisione dal vivo resta la magia più grande (assieme alla scrittura) che la musica ha da offrire.
Partiremo il 7 aprile da Mola di Bari e faremo un lunghissimo giro, passando il 17 maggio da Napoli dove verranno a trovarmi alcuni amici, da Teresa De Sio a Enzo Gragnaniello, per celebrare questo grande patrimonio che è la Canzone Napoletana.
Lo scorso anno hai festeggiato 30 anni di carriera con un album live intitolato Tratto da una notte vera e un tour. Come hai vissuto questa tappa del tuo percorso artistico?
Con grande allegria. Con la mia carovana abbiamo fatto un lungo tour che è stato poi raccolto in un piccolo documentario per la regia di Angelo Orefice che, se volete immergervi nell’atmosfera che abbiamo provato, potete trovare su YouTube.