Maqroll è il titolo del nuovo concept album del cantautore genovese Federico Sirianni, un lavoro ispirato alle avventure dell’omonimo e celebre gabbiere, raccontate nei romanzi dello scrittore colombiano Alvaro Mutis. Maqroll vede la produzione artistica di Raffaele Rebaudengo, violista e compositore degli GnuQuartet e del produttore elettronico FiloQ. Federico Sirianni considerato erede della grande “Scuola genovese dei cantautori”, prima di Maqroll ha pubblicato quattro dischi e il libro/disco L’uomo equilibrista. Sirianni è stato autore musicale e attore per il Teatro della Tosse di Genova, ha insegnato songwriting alla Scuola Holden di Torino ed è tutor per il progetto della Regione Liguria “Cantautori nelle scuole”.
Il tuo nuovo album Maqroll è ispirato ai viaggi in mare del celebre gabbiere, raccontate nei romanzi dello scrittore colombiano Alvaro Mutis. Cosa l’ha appassionata particolarmente di Maqroll?
«La vicinanza in certe attitudini dell’esistenza, quella necessità spasmodica dello spostamento, del viaggio “per la sola ragione del viaggio”, come cantava un mio illustrissimo concittadino, la tendenza ai naufragi e la capacità di sopravvivere ad essi. Non ci è voluto molto perché sentissi il gabbiere uno di famiglia».
Le avventure in mare di Maqroll rappresentano la metafora della vita fatta di partenze, approdi, tempeste, bonacce ma anche di naufragi. Maqroll può insegnarci che la vita va affrontata con grinta e coraggio, senza mai abbattersi.
«Maqroll affronta la tempesta e la bonaccia con quella forza e quel coraggio che nascono da una sorta di rassegnazione attiva agli eventi della vita, un bellissimo ossimoro che Mutis definisce con un termine preciso, la “Disperanza”».
Anche Fabrizio De Andrè si è ispirato ai racconti di Alvaro Mutis. Smisurata preghiera è un’invocazione fuori misura, penetrante e commovente.
«È una canzone bellissima, e le parole di Mutis e De André si rincorrono in un intreccio poetico davvero prezioso».
Cosa rappresenta per il suo percorso cantautorale Fabrizio De Andrè?
«Quello che, credo, rappresenti per ogni genovese che scrive canzoni: una bella presenza che, personalmente, non ho mai trovato ingombrante».
L’album Maqroll è contenuto in un libro che raccoglie un’antologia di scrittori, poeti, illustratori e fotografi. È stato un progetto coinvolgente!
«Molto. Mi piaceva l’idea che amici scrittori, poeti, illustratori raccontassero la loro idea di viaggio. Ne è uscita una bellissima antologia che ho intitolato “La ballata dell’incollocabilità”».
“Maqroll, gabbiere” è anche uno spettacolo di narrazione e canzoni che la vede protagonista. Come vive l’esperienza teatrale?
«Con grande familiarità, perché il teatro-canzone è una forma espressiva che pratico da molti anni. Prima del Covid portavo in giro uno spettacolo dedicato a Gaber con i suoi musicisti storici sul palco. I miei concerti hanno da sempre una struttura narrativa e dunque teatrale».
Il suo album precedente Il Santo ha ricevuto la Menzione Speciale del Club Tenco. Quanto è stato gratificante per lei?
«Il Tenco lo avevo frequentato già molto giovane perché Amilcare Rambaldi mi aveva voluto personalmente come esordiente sul palco dell’Ariston nel 1993, per cui è una rassegna a cui sono affezionato. La menzione era nel contesto della manifestazione Musica contro le mafie e, anche per questo, mi ha fatto molto piacere».