In occasione dei 50 anni di carriera di Angelo Branduardi è stato realizzato Guardate com’è rossa la sua bocca, l’album per pianoforte e voce del cantautore e musicista Fabio Cinti e del pianista e compositore Alessandro Russo. Il disco rappresenta un omaggio ad uno straordinario cantautore, violinista e compositore, Angelo Branduardi, il quale ha dato origine ad un genere musicale unico fondendo la musica antica, in modo specifico quella medievale e rinascimentale, alla musica folk tradizionale e a quella celtica.
Il disco Guardate com’è rossa la sua bocca è stato accompagnato dall’uscita del singolo Fou de love una canzone d’amore il cui testo è stato scritto da Pasquale Panella in un miscuglio di lingue (italiano antico e moderno, inglese, francese, spagnolo, esperanto), in dialetto (napoletano) e con espressioni inventate.
È uscito il tuo nuovo album dal titolo Guardate com’è rossa la sua bocca un omaggio ai 50 anni di carriera di Angelo Branduardi. Il titolo riprende il verso del brano Sotto il tiglio di Branduardi. Cosa ha significato rivisitare le perle di Branduardi dal punto di vista musicale ed artistico?
«Confrontarsi con un cantautore del calibro di Angelo Branduardi, così com’è stato Per Battiato, è sempre una sfida. È molto facile cadere nella superficialità e produrre delle semplici cover, lasciandosi andare a inutili e superflui personalismi. Branduardi è un classico e come tale dovrebbe essere trattato con rispetto e rigore. A meno che non si voglia optare per uno stravolgimento sperimentale che però, francamente, non vedo che significato possa avere. Quando si affronta una partitura classica lo si fa perché venga fuori al meglio tutta l’emozione che quel brano può suscitare e non per dimostrare necessariamente il proprio talente, il quale, se c’è, viene comunque fuori».
Il disco è stato realizzato in collaborazione con il pianista e compositore Alessandro Russo con il quale hai instaurato un lungo sodalizio artistico. Quanto vi ha entusiasmato collaborare per questo progetto?
«Collaborare con Alessandro è sempre entusiasmante, perché ci troviamo sempre di fronte a delle scelte comuni. Branduardi ci ha sempre appassionato e l’idea di realizzare un album di sue canzoni adattate per pianoforte e voce è stato fin da subito stimolante. Siamo stati anzitutto molto severi con noi stessi: anche la più piccola cosa che non ci piaceva è stata subito tagliata, il divertimento è stato anche questo, non concederci scorciatoie».
Il singolo Fou de love ha anticipato l’uscita dell’album, una perla di Branduardi con testo di Pasquale Panella che unisce lingue diverse insieme al dialetto napoletano. È un brano struggente che trasmette lo sconforto per un amore.
«L’idea di Panella di parlare d’amore utilizzando più lingue e dialetti è geniale, proprio perché l’amore stesso – in questo caso la disperazione d’amore – è un linguaggio universale. Sono sicuro che non sarebbe stato lo stesso se avesse utilizzato solo l’italiano. Nel nostro adattamento probabilmente viene fuori ancora di più la potenza del testo, per via della linearità che seguono i due strumenti, la voce e il pianoforte».
Oltre a Fou de love a quale degli otto brani racchiusi nel disco siete legati in modo speciale?
«Siamo legati a tutti…! in fondo sono solo otto! ne avevamo scelti una dozzina, inizialmente, ma non tutti si sono prestati perfettamente come questi otto. In più, un disco per pianoforte e voce che durasse più di quaranta minuti rischia di essere noioso».
Ci sarà una collaborazione artistica con Angelo Branduardi?
«Al momento no. Ma chi lo sa, magari un giorno…».
Il 2018 hai pubblicato La voce del padrone-un adattamento gentile, ritirando la prestigiosa Targa Tenco nella categoria “Interprete di canzoni”, per l’adattamento per quartetto d’archi, pianoforte, voce e cori de La voce del padrone di Franco Battiato. È stato un momento gratificante per la tua carriera artistica?
«Moltissimo. Anche perché è stato un riconoscimento del tutto inaspettato. Ho realizzato la preproduzione dell’album in totale solitudine e l’ho fatto come sfida a me stesso, ero curioso di sapere e sentire come suonassero quelle canzoni adattate per un ensemble cameristico. Poi tutto è andato per il verso giusto… Sarei potuto essere bersaglio di critiche feroci, essendo un album così noto, invece è andata bene».
Nel 2022 viene realizzato insieme al pianista Arturo Stàlteri un progetto che ripropone per pianoforte e voce dieci brani scritti da Battiato insieme a Giusto Pio per Milva, Giuni Russo, Alice e Sibilla.
«Ma chissà che prima o poi non se ne faccia anche un album. Arturo è una persona magnifica oltre che un grande pianista. Ci siamo divertiti parecchio anche se è durato poco e l’idea non sembrava male».