Nella sempre ben tenuta Galleria Toledo di Napoli, fino al 17 gennaio, possiamo assistere alla messinscena de Il Calapranzi (The Dumb Waiter) di Harold Pinter (premio Nobel per la letteratura nel 2015). Lospettacolo è diretto da Tonino Di Ronza con Marcello Romolo e Agostino Chiummariello che interpretano gli unici protagonisti del testo (Gus e Ben). Tutto si svolge in una camera spoglia e desolata dove non ci sono nemmeno le finestre. I due uomini sono in attesa di un ordine che viene, appunto, da un calapranzi. L’attesa è snervante e colmata, soprattutto, da Gus che pone domande, intrattiene con la parola ma a vuoto.
C’è da ricordare che Pinter entra nel filone del Teatro dell’Assurdo (termine coniato nel 1961 dal critico Martin Esslin) proprio delle opere, in particolare europee, scritte sottolineando il carattere filosoficamente assurdo dell’esistenza. I dialoghi sono spesso irrazionali, ripetitivi; sono conversazioni che non portano a granché, sono grottesche ed ironiche proprio per la loro apparente assenza di significato.
Di Ronza, titolare della cattedra di Scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, ci trasmette la claustrofobia dell’ambiente chiuso, ancora di più evidenziata da un telo di “garza” sul quale, all’inizio della pièce, scorrono immagini da cinema anni’ 50 che vengono perfettamente integrate con gli interpreti in scena. Un’idea stupenda che continua con l’eleganza di tutta la scenografia. Gus e Ben sono davvero ben interpretati, i due attori (in particolare Romolo, sono molto in parte e rendono bene la mediocrità dei personaggi in un teatro volutamente sintetico e privo di ornamenti come, forse, Pinter potrebbe suscitare.