I Cambio di Rotta presentano “Bluff” (Digressione Music). Dopo anni di gavetta, tra concorsi e premi vinti, la giovane band pugliese decide di realizzare l’ep d’esordio, anticipato dal singolo “Lady Marlene”.
I Cambio di Rotta sono: Dado Capogna (cantante), Antonio Conte (tastierista), Francesco Schiavone (chitarra), Fabio Semerano (basso) e Marcello Saracino (batteria).
La band propone un genere musicale che si avvicina al sound di Caparezza, ma allo stesso tempo mantiene i colori del Pop/Rock indipendente italiano. Per approfondire il “Bluff”, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il gruppo.
“Il Bluff “è un inganno, una simulazione o maschera, secondo voi quanto la società moderna è ingannevole? Cosa vi spinge a raccontare attraverso la musica “gli inganni” in cui si incorre quotidianamente?
«I vari “Bluff” raccontati nel disco mettono in risalto uno spaccato della nostra società, dove chi vuole emergere senza perdere i propri ideali e valori, si trova molte volte a confrontarsi con persone disposte a tutto pur di giungere ai propri obiettivi, magari anche a vendersi in cambio di favori. E’ il caso delle band emergenti come noi che spesso devono fare i conti con alcuni gestori di locali che pensano solo a guadagnare piuttosto che a dare spazio a delle idee e dei progetti che hanno da dire qualcosa. Lo raccontiamo nel secondo pezzo “Io voglio suonare”. Per fortuna non sempre le cose vanno così. In “Bugiardo” e “La giungla di coatti” vengono descritte delle figure che vogliono predominare l’una sull’altra, sfruttando il prossimo a proprio piacimento, usando tutti i mezzi (talvolta anche illeciti) per arrivare ai propri scopi. I più “deboli” sono visti come mezzo per mantenere il potere. Il fatto di raccontare attraverso la musica i vari inganni in cui si incorre quotidianamente, è un modo chiaro di volere prendere in giro, ironicamente e direttamente, chi compie tali azioni e perché no, far conoscere, a chi ascolta la nostra musica, questi personaggi, prendendone le distanze. Forse lo facciamo perché molte volte ci siamo trovati noi stessi nel ruolo di “deboli” ed allo stesso tempo siamo stati sempre forti nel voler proseguire il percorso musicale, senza fermarci, non lasciandoci buttar giù da chi voleva metterci i bastoni tra le ruote.»
Il vostro genere si avvicina molto al sound forte di Caparezza ma allo stesso tempo mantiene i colori del Pop/Rock indipendente italiano. Cosa Vi ha spinto a propendere per questo genere di musica? Come nasce la vostra collaborazione?
«Inizialmente eravamo più pop, poi gli ascolti, la voglia di sperimentare e spingerci sempre oltre, ha portato alla nascita dei sei brani contenuti nell’ep. Ci siamo accorti dopo tre anni di lavoro, che le canzoni di Bluff esprimevano a pieno quello che volevamo dire e si sposavano bene tra di loro dal punto di vista del sound. L’accostamento con Caparezza magari è nato a lavoro finito. Anche se dobbiamo ammettere che durante i live, ci piace unire alla musica, la parte interpretativa e teatrale, con uso di oggetti particolari, che rappresentano materialmente l’idea di una o più canzoni, un po’ come fa lui. La nostra collaborazione nasce nell’agosto 2011, dall’incontro di Dado (cantante) e Antonio (tastierista) a cui si sono aggiunti successivamente Fabio (bassista) e Francesco (chitarrista). Nei primi anni abbiamo cambiato spesso la nostra formazione, fortunatamente abbiamo raggiunto l’assetto definitivo con l’entrata di Marcello alla batteria nel settembre del 2014.»
La musica per voi è suggestione o riesce a smascherare la finzione?
«La musica per noi è una forte suggestione, ci piace essere “veri” e diretti quando suoniamo i nostri pezzi o magari quando componiamo qualche canzone nuova che deve colpirci da subito, altrimenti dal vivo al pubblico non arriva. Se sei convinto nel suonare e cantare qualcosa, chi ti ascolta sarà maggiormente preso e sarà trascinato dal tuo entusiasmo. Molte volte la musica stessa riesce a risolvere i problemi, magari ti mette di buon umore, lasciandoti dietro i cattivi pensieri, diventando una maschera buona con cui provare a sorridere alla vita. Poi magari finisce un concerto e tutto torna come prima ma quella magia che si crea durante lo spettacolo è indescrivibile: sei solo tu, il pubblico e la musica che suoni, il resto non esiste…»
Il “Bluff” non è l’unico argomento trattato nel vostro album dove si parla anche di libertà, quella mentale, che permette di superare ogni barriera, andando oltre banalità e pregiudizi. In questo caso la musica aiuta a superare i pregiudizi ed in che misura?
«Assolutamente si, la musica ti aiuta a farti sentire meglio e sicuro di te stesso, quindi migliora anche il tuo approccio con il mondo e con ciò che ti sta intorno, permettendoti di affrontare ogni ostacolo e superare ogni tipo di giudizio. Chi fa musica è fortunato, perché ha un “potere” che molti non hanno e magari vorrebbero avere.»
Molti artisti hanno raggiunto il successo attraverso il web. Qual è il vostro rapporto con il mondo online?
«Il web, il mondo online e tutto ciò che ne concerne sono la nostra forza. Siamo riusciti a farci conoscere molto tramite i vari social-network e su you-tube e lo abbiamo fatto sin dall’inizio. Infatti le nostre pagine sono in continuo aggiornamento e al passo con tutto ciò che facciamo. Rispetto ai decenni scorsi, per degli artisti emergenti come noi è molto più semplice essere scoperti o magari mettersi in contatto con artisti affermati per far ascoltare i propri lavori, avere dei giudizi e quindi possibilità di crescere e migliorare. Probabilmente senza internet non ci sarebbero stati i Cambio di Rotta e non ci sarebbe stato mai “Bluff”.»
Avete mai pensato alla partecipazione ad un talent? Progetti per il futuro?
«I talent sono qualcosa che non ci interessa, non perché vogliamo essere “snob” ma riteniamo che la nostra musica non sarebbe capita a pieno e difficilmente si potrebbe “inscatolare”, di conseguenza non potremmo trasferire a chi ci ascolta tutta l’energia che abbiamo dentro. Se avessimo partecipato ad un talent show probabilmente non avremmo potuto sbagliare e non avremmo avuto modo di fare esperienza sul campo, cosa che questi programmi al giorno d’oggi tolgono. Arrivare subito senza la cosiddetta “gavetta” è un’arma a doppio taglio, se non sei preparato mentalmente ed artisticamente, rischi dopo poco tempo di finire nel dimenticatoio. Meglio metterci un po’ di più e “arrivare ad essere qualcuno” quando sei abbastanza pronto. “Bluff” ci ha portati ad iniziare un percorso, con l’etichetta Digressione Music, con cui speriamo di continuare a lavorare, anche perché abbiamo instaurato con loro un ottimo rapporto. L’intento è quello di continuare a far conoscere le nostre canzoni in giro, anche nel resto dell’Italia e ci auguriamo di poter realizzare un disco, nei prossimi mesi che mantenga le linee guida tracciate dall’ep.»