Dal 29 aprile è disponibile in rotazione radiofonica If You Stayed with Me (Se tu fossi rimasta con me), il secondo singolo di Floriana Foti pubblicato dall’etichetta discografica TRP MUSIC, estratto dal nuovo album Seven Colors, presente su tutte le piattaforme di streaming dall’8 aprile scorso.
Il brano, dedicato alla nonna paterna dell’artista, vuole esprimere il tema del ricordo e della “mancata presenza” di chi ci è stato vicino durante il percorso di vita e che, in qualche modo continua ad esserci e a guidarci da qualche parte dell’Universo. Il video che accompagna il brano è stato girato da Marco Foti nella necropoli di Pantalica, in provincia di Siracusa, dichiarata patrimonio dell’umanità nel 2005.
Seven Colors consta di nove brani: Seven Colors of the Rainbow, If You Stayed with Me, Spunta lu suli, Cu ti lu dissi, Marzapaneddu, L’Amore fugge, Dolcenera, Scitami sole, S’Wonderful. Dai titoli si comprende che è un album variegato come tante pennellate di colore. Infatti troviamo brani della tradizione siciliana, del cantautorato italiano per giungere a Gershwin e non ce ne meravigliamo perché Floriana Foti, catanese, classe 1985 ha assorbito fin dalla giovane età influenze del blues, della musica mediterranea, del jazz studiando in Olanda con musicisti newyorkesi di fama internazionale quali: Mark Gross, David Binney, Steve Nelson, Kevin Hays. Noi di Mydreams abbiamo avuto il piacere di intervistarla.
Come e quando è nato il tuo amore per la musica?
«Come dico spesso, la musica mi ha accompagnata sempre durante il percorso di vita, poiché mio padre, musicista autodidatta e speaker radiofonico per un breve periodo, ha sempre amato trascorrere ore ascoltando vinili di musica di tutti i generi. Da bambina amavo cantare e questa inclinazione, passo dopo passo, ha aperto la strada alla formazione, ai concerti e all’insegnamento”. (N.d.r. Floriana Foti è laureata in Canto Jazz presso la Prins Clauss Conservatory di Groningen in Olanda e insegna canto presso più scuole musicali in provincia di Catania)».
Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
«Mi sono formata attraverso l’ascolto di diversi generi musicali ma quando mi sono avvicinata al jazz, mi attraeva molto l’aspetto dell’improvvisazione che mi ha orientata non solo verso i cantanti della tradizione a oggi, come Betty Carter, Carmen MC Ray, Sarah Vaughan, fino a Jazzmeia Horn, ma soprattutto verso gli strumentisti come Chet Baker, Connonball Adderley, Miles Davis, Red Garland, Ahmad Jamal, Joe Henderson e altri. Un’altra influenza proviene dall’ascolto di artisti del jazz contemporaneo, in voga prevalentemente a New York. Un’ulteriore ispirazione proviene, infine, dall’ethno jazz: Maria Pia De Vito è certamente uno dei miei punti di riferimento».
Ci puoi spiegare la genesi del brano If You Stayed With Me?
«La traduzione in italiano è: Se tu fossi rimasta con me ed è un pensiero che rivolgo a mia nonna paterna che non è più con me fisicamente ma che sento ancora vicina. È una ballad jazz che nasce proprio col desiderio di ricordarla e ringraziarla per tutto l’affetto trasmesso».
Tu vanti molte esperienze con artisti internazionali. Cosa è rimasto nel tuo modo di fare musica di queste esperienze?
«Parlerei di una crescita notevole su due fronti: artistica ed umana. Maestri come Jonathan Kreisberg, Steve Nelson o Adam Nussbaum, giusto per citarne alcuni, sono stati per me solo dei docenti con cui ho avuto la possibilità di suonare e dai quali ricevere importanti feedback, ma anche degli amici sempre pronti a dispensare preziosi consigli».
Nel tuo primo album Seven Colors ci sono anche brani da te rivisitati della tradizione siciliana. Quanto è importante per te l’uso del dialetto in un contesto musicale?
«Non tutti i dialetti godono della stessa fortuna a livello storico, culturale ed artistico. Il siciliano, come sappiamo, a livello linguistico risente della contaminazione di diversi popoli e chi legge un testo in dialetto siciliano probabilmente riconosce termini d’influenza francese, spagnola, araba e così via. Anche a livello poetico il siciliano è stato fiorente in tutta Italia specialmente nel XIII° secolo grazie alla Scuola poetica siciliana, questo per dire che il siciliano possiede profonde radici ma purtroppo con il tempo ha perso un po’ il suo prestigio. Per questo diventa importante per me rinnovare il legame con la mia lingua materna attraverso la musica».
Come valuti lo stato di salute attuale della musica folk?
«Credo ci sia sempre più interesse nei confronti della contaminazione musicale, dove l’elemento folk o etnico vuole sposare sonorità jazz. Molti artisti contemporanei hanno ricercato questo connubio almeno una volta in qualche progetto; lo ha fatto per esempio Avishai Cohen in alcuni dei suoi dischi ma ci sarebbero innumerevoli artisti da citare».
A chi hai dedicato l’album e perché?
«Un pensiero di certo è rivolto alla mia nonna paterna ma direi che lo dedico soprattutto a me stessa e a tutti gli ascoltatori che apprezzeranno questo mio primo progetto musicale».
Hai in programma concerti dal vivo? Ci puoi anticipare qualche data?
«Assolutamente sì, per quanto ancora non si possano comunicare date certe. Con la ripresa progressiva dell’attività concertistica, dopo aver fatto i conti con la realtà che conosciamo, spero di poter comunicare al più presto delle date in programmazione».