I The Anthony’s Vinyls hanno iniziato a suonare insieme nel 2010, scrivendo testi rigorosamente in inglese. Da allora non si sono più lasciati e, partendo dalla loro città natia di Valmontone hanno iniziato subito a rimetterci faccia e reputazione grazie a live e contest uno dietro l’altro. Adesso, dopo aver aperto anche il concerto dei Sigur Ros, ecco che la band continua a far parlare di sé grazie a un secondo cd “Like a fish”, un lavoro intenso che ci ha fatto porre molte domande, domande a cui solo il gruppo ha saputo dare risposte.
“Like a Fish” è il vostro secondo album, quello da cui sia il pubblico e critica si aspettano novità e conferme. Ascoltando e confrontandolo con il vostro primo lavoro è evidente quanto siate maturati. Come vi sentite? Come sta andando la promozione e quali sono soprattutto le risposte riscontrate dal pubblico?
«Ci fa piacere che si noti la maturazione nel nostro nuovo lavoro, “Like a Fish” è sicuramente un album più completo e racconta proprio questo percorso di crescita. Abbiamo attraversato dei periodi tormentati e tanti cambiamenti negli ultimi due anni e questo ha influito sulla stesura di questo disco. Ora siamo più sereni e la presenza di due brani più lenti nella tracklist è sintomatico di questa tranquillità. La promozione va molto bene l’album piace molto e il singolo “Running Man” è arrivato anche sui grandi Network come Virgin Radio, Rock Tv, Sky Radio e tanti altri…»
Dal 2010 ne avete fatta di strada fino ad arrivare ad aprire il concerto dei Sigur Ros, come riassumereste in breve questi 4 anni?
«Divertenti e pieni di soddisfazioni! Ogni piccolo risultato raggiunto ce lo siamo goduti in pieno e aver aperto a band del calibro di Sigur Ros e Linea77 è servito a rafforzare le nostre convinzioni e proseguire in questa direzione.»
Cosa pensate guardando al passato e cosa proiettandovi nel futuro?
«Il passato ci è servito di esperienza: suonare in locali di provincia ci ha permesso di affinare il nostro live e l’affiatamento sul palco. Lo stesso vale per i dischi fino ad ora realizzati, in ognuno di essi infatti siamo migliorati e “Like a Fish” è la dimostrazione dell’ottimo lavoro fatto fino ad ora. Non amiamo pronosticarci il futuro, ci piace molto vivere alla giornata, pensiamo che ogni cosa debba essere goduta, certo ci piacerebbe suonare su palchi sempre più grandi e magari con sempre più persone.»
“Running Man” è stato il primo singolo estratto dall’album, “Like a Fish” è quello da cui è tratto anche lo stesso titolo… e poi ci troviamo anche una meravigliosa traccia nascosta: insomma un cd dalle mille sfumature…
«Sì, a differenza degli altri lavori “Like a Fish” è sicuramente un disco più ricco, ci sono brani funk, indie, britpop, dance e addirittura ballad, cosa del tutto insolita per noi. Questo rende sicuramente l’album completo e maturo. La traccia nascosta invece è stata sempre in ballo nella track list, all’inizio doveva contenere dei fiati ma poi ci piaceva la registrazione delle voci fatte tutti insieme in studio e così visto la caratteristica Low-Fi del brano abbiamo deciso di inserirlo come Ghost Track.»
Vi definiscono indie/pop ma la vostra musica nasconde ben altri stili e sonorità. Come vi autodefinireste da soli?
«Non sappiamo definirci nemmeno noi, siamo partiti sulla scia dell’indie che nella prima decade del 2000 ha invaso le nostre orecchie, poi siamo passati ad una ritmica dance e ora abbiamo toccato un po’ tutti i generi. Se proprio dovessimo essere costretti a definire la nostra musica potremmo dire che è divertente e disimpegnata.»
Quali sono i prossimi progetti?
«Tanti live durante l’estate, cercheremo di girare l’Italia in lungo e largo, poi per la fine dell’anno è prevista l’uscita di un altro videoclip.»