“I sentieri delle ninfe – nei dintorni del discorso amoroso” (Exòrma edizioni) è stato presentato il 28 ottobre nello spazio teatrale del Ridotto del Teatro Mercadante -Teatro Nazionale. Presenti l’autore Fabrizio Coscia giornalista e critico letterario, Luca De Fusco direttore dello Stabile di Napoli, il regista Andrea De Rosa, letture di Alessandra Borgia, interventi musicali di Linda Vanacore. “I sentieri delle ninfe” è un intenso viaggio letterario attraverso i secoli che ha l’intento di analizzare storie di figure femminili irraggiungibili, che hanno ispirato e allo stesso tempo condizionato fortemente la vita di colui che ha avuto la sventura di invaghirsi di loro. Storie di Ninfe legate all’immaginario collettivo quali “La Lolita di Nabokov”, “La Nina del Gabbiano di Cechov”, “Dora Markus” che ha ispirato la poetica di Eugenio Montale, “Marthe de Meligny” moglie del pittore Pierre Bonnard, “Madeleine” la protagonista di Vertigo di Alfred Hitchcock, “Laura “ di Petrarca, “l’ Angelica di Ariosto. Ciò che accomuna queste Ninfe è la giovinezza,la bellezza e l’inafferrabilità che è l’emblema stesso della passione che rende l’uomo debole, schiavo, esposto all’umiliazione, irrazionale, infantile e illogico. L’autore Fabrizio Coscia, con questo libro chiude un percorso autobiografico iniziato con il suo “Soli eravamo”(del 2015). Ninfa è l’immagine stessa di Eros che non è mai innocente e fuggendo ci invita a inseguirla in un gioco perverso senza fine.
«L’ angoscia, la disperazione e l’infelicità che proviamo nel tentativo di raggiungere la nostra ninfa ci costringe a uscire da noi stessi- ha dichiarato Fabrizio Coscia- conducendoci su una strada che non avremmo mai immaginato di dover percorrere alla ricerca della nostra essenza più profonda. Soltanto quando capiamo che l’altro non ci appartiene siamo sulla strada della guarigione che ci porterà al riconoscimento del baratro di solitudine, alienazione e illusione nel quale eravamo precipitati in maniera quasi inconsapevole».
«È una composizione artistica appassionante –ha sottolineato il direttore del Mercadante Luca de Fusco – che tratta in maniera avvincente delle problematiche, legate alla perdita e all’assenza dell’oggetto d’amore, di colui che tende a rimanere adolescente per tutta la vita. La “Principessa Salomè,” che ho portato con successo in Teatro,ha una componente di Eros connaturata a Thanatos, che nel ruolo di vittima e carnefice , la condurrà alla distruzione dell’oggetto amato e a morire vergine. La “lolita” di Vladimir Nabokov portata sullo schermo da Stanley Kubrick è consapevole del suo potere di seduzione che condurrà all’inevitabile finale. La ninfa Calipso, innamorata di Odisseo, lo tiene legato a sé con le sue arti magiche, nonostante il desidero di Ulisse di ricongiungersi alla sua amata moglie Penelope. Orfeo con Euridice cerca la notte nel buio più profondo, nell’illusione vana di scoprirne il segreto».
«Il ruolo del regista è quello di catturare l’essenza più profonda del personaggio studiato – ha sottolineato il regista Andrea De Rosa- e nel tentativo di farlo nel modo più consono possibile, ne veniamo ossessionati sprofondando nel baratro esistenziale del personaggio portato in scena,mettendo in discussione finanche la nostra identità».
Il libro “I sentieri delle ninfe” ha l’enorme pregio di essere una scrittura critica esaustiva e non scontata sul percorso ossessivo-compulsivo dell’innamoramento,e a guisa di un percorso psicoanalitico sui generis,ci può aiutare a capire tanti aspetti del nostro essere finora sottovalutati e finanche ignorati.
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