Rivoluzionari e dissidenti, spontanei ed innovativi, loro sono i Pupi di Surfaro, l’album è Nemo Profeta. La band siciliana composta da Totò Nocera, voce e percussioni, Peppe Sferrazza al basso e Pietro Amico alla batteria, lancia un nuovo progetto musicale di grande trasformazione.
Nove brani registrati e mixati da Aldo Giordano, in cui in ogni traccia riconosciamo uno slogan di verità, un inno all’insurrezione, un grido di sovversione.
I Pupi Surfaro hanno unito il divertimento alla passione, ed è così che è nata la loro formazione e l’immediata crescita. Dopo essere arrivati nel 2013 semifinalisti a Musicultura, il gruppo ha pubblicato Suttaterra, il loro primo disco a cui è seguito Cantu d’Amuri, con cui hanno vinto il premio “Musica contro le Mafie”. Nel 2016 sempre insieme ad Aldo Giordano, i Pupi di Surfaro lanciano il singolo “Li mè paroli” e a arrivano finalisti al “Premio Fabrizio de Andrè” e al “Tour Music Fest”. Successivamente ricevono il “Premio Andrea Parodi”.
Con Nemo Profeta i Pupi Surfaro divulgano un contenuto molto interessante. Un intreccio di timbri folk, elettro e rock in cui l’uso della parola è pregnante, originale, graffiante, proprio come indica Totò Nocera, leader della band. Un disco che si potrebbe definire un “abbraccio linguistico”, dove l’uso del dialetto siciliano, incontra la lingua italiana ma anche quella inglese, americana ed il mandingo-senegalese. Insomma, un involucro da cui emerge la supremazia di una vivace cultura popolare. Li me’ paroli è un testo di denuncia, un ripetuto eco in cui si cerca affannosamente di soffermarsi sulla mediocrità della società moderna. Avvolta da tinte malinconiche e di riflessione è Soffio dell’Anima. Per Amore è un testo penetrante dove la voce graffiante si accorpa melodiosamente ai suoni, in un crescendo che si muove tra acustico e toni elettro rock. Una sorta di filastrocca riconosciamo nelle parole di L’arca di Mosè, una sequenza di frasi pronunciate senza pause, in cui si descrive l’imperfezione del genere umano. Un’incisiva apertura elettronica in Soldatino. Segue Ruzaju, un testo cover che i Pupi Surfaro riprendono da Andrea Parodi, grande cantautore sardo, noto per essere stato l’anima dei Tazenda. ‘Gnanzou è una traccia assai privilegiata dell’intero album. Si tratta di un brano che nasce dalla bella collaborazione con il musicista senegalese Jali Diabete. Una danza popolare che nella terra sicula viene inneggiata per accompagnare la pesca del tonno rosso, nelle tonnare di Sicilia, la cosiddetta Mattanza. Kicking The Donkey Style è un pezzo mono ritmato, di pura contaminazione inglese in cui evinciamo il completo abbandono di ogni stilema. Quanno Diu fici a Tia chiude l’ep. Un brano originale e di riconoscimento della propria origine, che la band ha scritto in onore all’opera del poeta siciliano Bernardino Giuliana.