“A casa tua” non è solo il disco d’esordio dei Ludmilla Tree, ma anche il progetto discografico di un gruppo che ha qualcosa da dire e, attraverso il folk acustic – pop, ci prova.
Questo lavoro ha tanti fattori strani: prima di tutto il gruppo è composto da una “frontwoman” e tre “oldboy”. In Italia però purtroppo ancora non ci si è abituati a band in cui l’unica donna è la cantante. Spero fortemente che un giorno tutti si ricorderanno che i Ludmilla Tree avevano previsto il loro destino e anche quello di altri (esigui) gruppi che avevano sfidato la sorte come han fatto loro.
I quattro cuneesi però non si si fermano qui con le stranezze: “A casa tua” è un CD che sfida l’EP in quanto è composto solo da 7 tracce.
Sette sono le note musicali, i giorni della settimana, i minuti che dovremmo prenderci ogni volta che stiamo per dire qualcosa di insensato o stupido. Queste sette tracce durano all’incirca mezz’ora e sarebbe bello che tutti voi vi rilassaste sul divano di casa attendendo la fine del CD attraversando con i Ludmilla Tree degli Universi Muti in cui sicuramente incontrerete strani personaggi.
In questa breve recensione avrò ribadito il concetto di stravaganza ogni due righe. Ebbene, non è stato un caso strano.
I Ludmilla Tree sono al loro primo album, per cui ne hanno di tempo per crescere ancora musicalmente. Questo primo tentativo però piace, la loro incisione in studio incide e scrive note spaginate anche nell’ascoltatore. È un progetto in via di sviluppo, ma i presupposti sono tutti al di fuori del comune e questo non è banale date le proposte attuali del nostro mercato musicale.
Aspetterò tornino a sfidare le major discografiche con le loro stranezze, tanto sono in buona compagnia: il fantasma di Mary Pipe e Mr. Capra sono qui con me. Accanto a noi c’è ancora tanto spazio per mettervi comodi ed attendere tutti insieme. Non dite che non vi avevo avvisati!
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