È la giusta la commistione tra rock ed elettronica, il nuovo ep della band Gaze of Lisa dal titolo “Hidden”, disponibile in tutti i webstore e negozi di dischi. I temi dei cinque brani sono uniti da un solo elemento: il nascosto. Sintetizzatori e chitarre processate prevalgono nel disco, affiancate dal basso e dalle batterie acustiche e sintetizzate. Le voci solistiche si intrecciano creando armonie vocali. Il nome dei Gaze of Lisa, è ispirato alla canzone “The ballad of Mona Lisa” dei Panic At The Disco. Nati nel 2012, la band dei Gaze of Lisa è composta da Carmelo Fascella (chitarra, voce, synth), Pierdomenico Niglio (batteria, voce, synth), Damiano Niglio (basso, cori, synth).
È uscito il vostro ep dal titolo “Hidden” in alcuni brani rispetto ad altri prevale l’elettronica. Dipende dal vostro stato d’animo o da ciò che il testo vuole comunicare?
«Non “sacrifichiamo” mai la musica rispetto a ciò che vogliamo dire in un testo, quindi probabilmente dipende molto più dal nostro stato d’animo e da tanti altri fattori che possono influenzare nel momento in cui si compone.»
ll brano “Decide my side” descrive quella ricerca interiore che conduce l’individuo ad incontrare se stesso. Quali emozioni vi hanno spinto a scrivere il pezzo?
«L’insicurezza di essere ciò che si è, del mettersi sempre in gioco senza fermarsi se non si è soddisfatti a pieno. Tutto ciò visto dagli occhi di un ventenne, a cui si mostrano per la prima volta davanti delle scelte, quelle che andranno a delineare poi la sua vita. L’emozione principale che ha spinto a scrivere il pezzo è forse l’adrenalina del compiere queste scelte, nel decidere quale lato mostrare al mondo.»
“Alien” rispecchia la condizione dell’uomo moderno, continuamente insoddisfatto della propria vita ed incapace di apprezzare le gioie quotidiane. È un pezzo decisamente incisivo?
«Il brano Alien può essere interpretato in diversi modi, anzi, è proprio ciò che volevamo, dare libertà di interpretazione all’ascoltatore. Sicuramente però lancia un messaggio positivo, tutte quelle che sono le sventure, le insoddisfazioni, per esempio, ti faranno notare però un qualcosa che ti permetterà di stare meglio e dare un senso di appagamento, quindi, direi di sì è abbastanza incisivo.»
“Answer of time” è l’attenta osservazione sul tempo che passa. È una riflessione che spesso la vita frenetica ci impedisce di fare?
«Un po’ come Alien, e in generale quasi tutti i nostri brani, anche Answer of Time può essere letto in diversi modi. L’idea di base era vedere il tempo libero da tutti gli “schemi umani” (tipo ore, minuti, giorni, mesi ecc) ed apprezzare il suo aspetto “naturalistico” e il suo scorrere libero, è in questo contesto che il tempo viene visto come un grande contenitore all’interno del quale troveremo le risposte ai nostri dubbi.»
Vi siete esibiti in diversi festival nazionali. Qual è stata la partecipazione più significativa del vostro percorso artistico?
«Rock Targato Italia è stato probabilmente il festival più significativo, in cui abbiamo avuto modo di conoscere persone che riescono a far coincidere la loro passione con la musica, con il lavoro a cui siamo molto legati. Da un punto di vista più interno alla band, è stata la nostra prima esibizione come trio, suonando musica dal vivo.»