Domani, 28 febbraio 2016, il cantautore Guido Maria Grillo torna a casa. #Bootleg tour 2016 arriva in Campania per un’unica data. La gioia di questo ritorno è di per sé poesia pura, considerando poi che i testi di Grillo, come lui stesso afferma, sono stati influenzati anche dalla nostalgia per i luoghi in cui è cresciuto. Grandi aspettative per il live che si terrà grazie all’organizzazione La Rivolta. E così, per ingannare l’attesa, ho avuto il piacere di intervistare Guido. Condivido con voi il nostro scambio emozionale, ulteriore motivo per ritrovarci tutti insieme domani alla Masseria di via Rivolta a Striano.
Grazie a La Rivolta domani finalmente torni in Campania. Noi aspettavamo di sentirti suonare da tempo. Tu invece?
«È il luogo di partenza la Campania, Salerno poi in particolare e con Striano giochiamo/cantiamo veramente in casa. Parlo di luogo di partenza e non di terrà natia perché in questo secondo caso non si capisce bene quale sia, dato che ho vissuto in molti posti. Porto in Campania la nostalgia degli affetti, quella malinconia che si è acuita aumentando la distanza dalla mia terra, non che fossero allegre le canzoni che scrivevo dieci anni fa, ma è sicuramente un motivo per cui anche io attendevo di suonare qui.»
Pre intervista mi sono divertita a ironizzare sul fatto che potrei “catalogarti” come cantautore triste. Ora sono seria e ti chiedo: cos’è in realtà per te la tristezza che caratterizza i tuoi brani?
«Un vero e proprio motore, una forza propulsiva che mi aiuta a fare quello che mi piace fare. Ho provato a scrivere canzoni diverse, più leggere, ma non ci riesco. La tristezza non è sinonimo di pessimismo poi in realtà, ce lo siam detti anche prima. Ho provato tra l’altro a scrivere per altri, a cucire brani leggeri come autore, ma è poco credibile il prodotto che viene fuori.»
Questa forza propulsiva ti ha portato a fare incontri musicali meravigliosi con artisti del calibro di Cristiano Godano e Giancarlo Onorato. Ripartirete col tour?
«Assolutamente si: per ora siamo fermi perché sia io che Cristiano siamo in tour con i nostri progetti, ma penso che riprenderemo ad aprile, maggio. Tra l’altro ci tengo sempre a precisare che per i primi 4 mesi (risalenti poi a febbraio 2013) al posto di Cristiano abbiamo girato con Paolo Benvegnù. Come dicevamo prima: incontri meravigliosi e progetti che oramai resistono da tre anni esatti.»
Cosa accadrà domani?
«Con questo particolare tour, che è un progetto nato lo scorso novembre, siamo in duo e questo ci piace molto. Riusciamo in questo odo ad essere molto dinamici: presentiamo contemporaneamente una versione intimista e una rock. Qualcuno potrebbe pensare che ci manca qualcosa, ma in realtà in quello spazio che potrebbe essere riempito dagli strumenti, c’è tutta la nostra creatività. Domani faremo un live di quasi tutti pezzi inediti, cantiamo entrambi e questa è una cosa fondamentale per l’arrangiamento dei pezzi.»
Hai aspettative dato che è l’unica tappa campana?
«Si, le ho soprattutto perché le premesse sono ottime. L’organizzatrice si sta spendendo moltissimo ed è palese che ci ha garantito tutta la visibilità auspicabile. È chiaro che il momento storico non è dei migliori per la ricettività del pubblico, ma staremo a vedere. Fortunatamente ci sono persone che resistono e artisti che si rigenerano e questo sottintende speranza per un futuro migliore.»
Nonostante tutte le difficoltà, è palese che non ti sei omologato alla cultura di massa e sei rimasto coerente a te stesso.
«Prendo questa tua osservazione e me la conservo con cura. Penso che la coerenza sia fondamentale sempre, a patto che non diventi ottusità. Sono sempre aperto alle novità, ma ho una mia linea di pensiero e la perseguo. Porto le mie idee avanti attraverso la musica e il teatro.»
Domani quindi ascolteremo un artista che ha trovato la sua strada?
«Non lo so, non so se ho trovato la mia strada. Chiunque verrà al live sicuramente capirà che sono anni che continuo a sondarla.»