Guia Jelo, attrice siciliana di teatro, cinema e televisione, si è formataal Teatro Stabile di Catania col maestro Giuseppe Di Martino e al Piccolo di Milano con Giorgio Strehler, del quale dice «…È stato l’arbitro, il supervisore e il giudice del mio talento…».
Al cinema l’abbiamo vita in Ragazzi fuori di Marco Risi, La scorta e Vite strozzate di Ricky Tognazzi. Nel 1994 ha preso parte al festival di Cannes nel 1994, in terna candidata, alla Palma d’oro, per il film Le buttane di Aurelio Grimaldi, regista con il quale Guia Jelo ha girato svariati film da protagonista. In televisione è apparsa in diverse fiction tra queste La Piovra 9, Il Commissario Montalbano e Incantesimo 8, La vita rubata, Agrodolce, Il sangue e la rosa, L’onore e il rispetto, Io non dimentico, Io ti assolvo, Don Matteo, Pupetta – Il coraggio e la passione.
In questo periodo Guia Jelo sta lavorando con il teatro Stabile di Catania con cui riprenderà dalla prossima stagione lo spettacolo “Foemina Ridens” di Giuseppe Fava nella continuazione del trentennale della sua morte. Sta girando al fianco di Tuccio Musumeci negli spettacoli: Il “Contravveleno” di Martoglio e “Aragoste di Sicilia”. Per il cinema, inizierà a girare ad ottobre un film di Andrea Camilleri per la regia di Rocco Mortelliti.
La sua formazione proviene dal teatro. Cosa ha significato per lei Strehler?
«Giorgio Strehler che io ho avuto l’onore di chiamare solo Giorgio e non maestro, perché così lui desiderava da me, è stato fondamentale perché io potessi decidere inequivocabilmente e con molta consapevolezza di fare questo lavoro, perché per me lui è stato (subito dopo la mia formazione al teatro stabile di Catania col maestro Giuseppe Dimartino) l’arbitro, il supervisore e il giudice del mio talento. Lo ha deciso lui!»
C’è qualche insegnamento che ricorda in particolar modo?
«Tutti i miei maestri, da Turi Ferro fino a Strehler mi hanno insegnato la costruzione sentimentale e al tempo stesso tecnica nell’impostare tutti i miei personaggi e vocalmente e fisicamente, secondo (e fortemente )il suscitare le emozioni, ma sempre con un grande cura della potenza vocale, sicuramente quindi nella recitazione chiaramente comprensibile e imponente.»
C’è qualcosa che cambierebbe del cinema italiano?
« Le “logge”, i “sempre gli stessi”, la deprimente mancanza di varietà nella monotonia del ripetersi sempre degli stessi volti, la dipendenza da parte dei produttori e dei registi dalle mode e dall’inciucio reduce dai soliti premi e dalle solite vetrine sempre monopolizzate e supercondizionate dalle istituzioni, dagli interessi personali e quindi mancanti spesso di rispetto nei confronti del talento. Mi domando dov’è nel cuore e nella mente dei tanti bravi registi italiani quell’attenzione e quello scrupolo nel cercare interpreti sempre più nuovi, sempre più diversi, sempre più bravi come era da parte di Bolognini, Pietro Germi, Rosi e Vittorio de Sica. Adesso noi poveri attori mezzi conosciuti, mezzi considerati siamo circondati da un’orda numerosissima di ragazzini che si cimentano sempre in opere prime, per carità ben disposti e bravissimi ma pilotati da un’altra orda di politici compiacenti e senza scrupoli meritocratici. E allora piango all’idea che un’artista superati i cinquant’anni se è uomo è in agonia e se è donna addirittura “defunta”. Mi domanderete: sono di parte?: si lo sono! Sono invidiosa?: no, sono gelosa! Gelosa dell’arte cinematografica italiana, italiana come lo sono io!»
A cosa sta lavorando in questo periodo?
«Lavoro molto col teatro Stabile di Catania con cui riprenderò “Foemina Ridens” di Giuseppe Fava nella continuazione del trentennale della sua morte, uno spettacolo che mi da un grande successo professionale e artistico e una grandissima soddisfazione emotiva e sentimentale nei confronti del grande martire della mafia. Inoltre sono la prima attrice del teatro Vitaliano Brancati di Catania con cui sto girando in estiva al fianco di Tuccio Musumeci negli spettacoli: Il “Contravveleno” di Martoglio e “Aragoste di Sicilia”. E per concludere riprenderò la messa in scena della mia “Carmen” – teatro Danza. In televisione aspetto notizie su una fiction di Mediaset e sono ottimista. In cinema sarò nel prossimo film che inizio a girare a Ottobre di Andrea Camilleri per la regia di Rocco Mortelliti.»
Quali sono le caratteristiche per avere successo nel suo settore?
«Soprattutto la fortuna, le opportunità procurate dagli altri, la determinazione e il carattere. E la bravura serve? Si certo, ma non basta, anzi a volte quando è troppa ti fa buttare sangue dal cuore! La tua bravura dipende sempre dagli altri!sono gli altri che le devono dare merito e opportunità,altrimenti te la tieni nel cassetto sperando che non appassisca.»
Cosa ama e cosa non le piace del suo lavoro?
«Amo la passione che procura negli altri che mi stanno davanti,il mio pubblico!Amo quando i miei figli sono fieri di me!Amo il calore umano che mi procura!Amo che mi fa evolvere a lo farà sempre fino a vecchia! Non mi piace l’inciucio, i raccomandati (però solo se sono scadenti e incapaci!) e non mi piace che i politici, si infilano impunemente e con incompetenza nelle decisioni davanti al sipario e davanti alla macchina da presa,dentro un copione! E sopratutto non mi piace quando e se i casting decidono e lavorano solo in base a simpatie o antipatie personali con scorrettezza e livore immotivato.»
Ora va molto di moda la “web serie”. Lei che ha esperienza in teatro, cinema e televisione, se dovessero proporle di far parte di una serie televisiva distribuita attraverso il web, accetterebbe?
«Vorrei avere il permesso e il dolce diritto di fare l’anziana….la web? Chiedetelo al mio primo nipote Gianfranco che ha 16 anni!»
Se potesse tornare indietro, cambierebbe qualcosa delle sue scelte artistiche?
«No!Ma vorrei tornare indietro per fare rivivere Turi Ferro.»
Quali sono le sue aspettative?
«Quelle che mi verranno dai “giusti”e meritocratici addetti al lavoro che mi scritturano, mi stimano, mi sostengono senza un corredo di spinte e che mi scrittureranno, mi stimeranno e mi sosterranno sempre.»
Le piace leggere?
«Si abbastanza.»
C’è qualche personaggio dei suoi libri che le piacerebbe interpretare?
«Ho poco tempo perché per fortuna devo leggere sempre copioni. Ho già interpretato un personaggio che mi è piaciuto molto, che è stata la “mennulara” dal best sellers di Simonetta Agnello Hornby. Leggo spesso Seneca, che mi affascina e mi convince moltissimo e, perché no, mi piacerebbe interpretarlo, anche se sono donna.»
Quali sono le sue passioni?
«Prima di tutto i miei nipoti: Gianfranco, Luigi, Guia (prima), Guia (seconda) e Bruno e Alessandro. Poi gli animali, i cavalli e l’angelologia.»