“Ma che casino..”, spettacolo scritto e diretto da Angelo Mirisciotti in scena al Teatro Il Piccolo di Fuorigrotta ha riscosso ancora una volta un ottimo successo di pubblico e di critica. Il regista in oltre 30 anni di attività teatrale ha scritto e messo in scena un centinaio di commedie rappresentate in Italia e all’estero.
Caratteristica delle sue numerose commedie è quella di avere sempre un risvolto psicologico che fa riflettere sorridendo allo stesso tempo.
La brillante commedia è ambientata negli anni 60 a Napoli in un elegante casino gestito da una materna tenutaria che organizza e gestisce la vita delle sue ragazze piene di sogni e speranze in un futuro migliore.
«In Ma che casino – ha dichiarato Angelo Mirisciotti – ho cercato di far conoscere il lato umano di queste ragazze con le loro problematiche esistenziali e i loro sogni segreti. Ho dato spazio ai problemi degli uomini oggi, caratterizzandone i vari profili e tendenze sessuali sempre con ironia e leggerezza».
Lo spettacolo è un addensato di sentimenti, vite di gloria e miseria, successi e debiti di esseri umani prigionieri delle proprie sofferenze, ma anche delle gioie. Il racconto ,alla luce dei drammi della società attuale, assume un significato educativo, infatti ognuno di noi ,invece di giudicare l’operato degli altri, dovrebbe in primis aver rispetto delle esigenze altrui . Il rispetto è condito sine qua non della società e del vivere civile, indipendentemente dal ruolo che occupiamo nella stessa.
Merito del successo dello spettacolo va alla ottima compagnia composta da Stefania Coppola, Francesca Stizzo, Claudia Quercia, Flora Tavassi, Imma Illiano, Marzia Mirisciotti, Enzo Razzano, Vincenzo Scuotto, Gennaro Merolla, Mirko Cerisano, Ciro D’ ambrosio, Ciro Segreti, Andrea Correale, Gaetano Ferrara. Una compagnia affiatata che si rinnova e reinventa sempre in un esercizio continuo di camaleontismo scenico.
Merito del regista è quello di aver ben caratterizzato non solo i protagonisti, come è giusto che sia, ma spiccano in modo esaustivo anche i ruoli minori.
Perfette le indicazioni registiche date agli attori, ma al contempo viene lasciato un certo margine di libertà all’artista che riesce così ad inserire nel personaggio qualche peculiarità personale. “Ma che casino” risulta uno spettacolo gradevole, semplice, ma tanto su cui meditare. In questa epoca di crisi lo spettacolo vuole dimostrare che si possono raccontare storie con pochi mezzi, mettendo al centro la bravura degli attori e le idee originali.