Da qualche giorno è nelle sale C’è ancora domani di e con Paola Cortellesi alla sua prima regia. Il film presentato alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma si è aggiudicato meritatamente il Premio Speciale della Giuria, il Premio del Pubblico e la Menzione Speciale Migliore Opera Prima, inoltre è il film italiano più visto dell’anno, con oltre un milione di spettatori e un incasso che ha già superato i 7 milioni di euro, conquistando così il Biglietto D’oro, premio che viene assegnato dall’ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) al film che ha venduto più biglietti da dicembre 2022 a novembre 2023 e verrà consegnato alle prossime Giornate Professionali Di Sorrento il 30 novembre presso la sala sirene dell’Hilton Sorrento Palace.
Roma, maggio 1946. Delia(Paola Cortellesi) è sposata con Ivano (Valerio Mastandrea), un uomo rozzo e violento dal quale ha avuto tre figli. In casa con loro vive anche il suocero Ottorino (Giorgio Colangeli) a cui Delia fa da infermiera. Per guadagnare qualche soldo lavora saltuariamente in vari negozi cittadini facendo aggiusti sartoriali o riparando ombrelli, fa iniezioni a domicilio e lava e stende il bucato di famiglie facoltose. Delia sa di poter contare su Nino (Vinicio Marchioni), un onesto meccanico che le vuole bene e su Marisa (Emanuela Fanelli), amica del cuore dal carattere aperto e spiritoso che la incoraggia ad avere più rispetto di se stessa. Un giorno Delia riceve una misteriosa lettera che potrebbe finalmente dare una svolta alla sua vita fatta di percosse e umiliazioni.
Paola Cortellesi, aiutata nella sceneggiatura da Furio Andreotti e Giulia Calenda, non a caso nipote di Luigi Comencini, supportata dall’ottima fotografia in bianco e nero di Davide Leone e dal cast costruisce un film potente e denso di significati che vanno dalla condizione della donna e la sua emancipazione, la parità di genere e di salari, l’eredità cinematografica del Neorealismo dei De Sica e dei Rossellini, la Resistenza e la resilienza dell’altra metà del cielo.
La Storia si intreccia con le vicende umane di Delia sempre alla ricerca di un equilibrio tra i suoi desideri e i doveri di moglie e di madre.
Fin dal primo fotogramma la protagonista si aggiudica l’ empatia degli spettatori. Dà il buongiorno al consorte e riceve un sonoro ceffone e di botte ne prenderà parecchie mostrate agli spettatori come una danza al limite del fiabesco.
Delia corre per le vie del Testaccio con le borse della spesa semivuote, si mette in fila con la tessera annonaria, passa per i posti di blocco dei soldati alleati, incontra Nino e Marisa sempre di corsa, si accorge dell’infelicità di sua figlia Marcella e legge nei suoi occhi il disprezzo per la sua condizione, tiene a bada il suocero rattuso. Sopporta insomma indomita l’insopportabile senza perdere mai la speranza in un mondo migliore da offrire ai suoi figli a dispetto degli uomini di famiglia violenti e burini. Paola Cortellesi riesce a dare al suo personaggio spessore e credibilità al di là delle tecniche recitative e con maestria e leggerezza ci regala un personaggio degno della Magnani .
Valerio Mastandrea ha l’ingrato compito di portare sullo schermo il personaggio del maschio prepotente e violento, sempre pronto a giustificare il suo comportamento perché ha fatto due guerre. Si nota una profonda intesa con la protagonista fatta di stima condivisione.
Giorgio Colangeli, sor Ottorino, incarna al meglio il vecchio suocero lagnoso e dalle mani lunghe la cui filosofia è quella che la donna deve stare in casa muta e sempre pronta a soddisfare le richieste di tutti i componenti della famiglia.
Emanuela Fanelli e Vinicio Marchioni poi sono davvero straordinari nei loro ruoli . La prima verace fruttarola, ha sempre dei pensieri gentili per Delia come quello di conservarle un vasetto di confettura di albicocche e l’altro per il suo amore composto, fatto di sguardi e tenerezza. Ma la vera rivelazione è Romana Maggiora Vergana nel ruolo di Marcella. I suoi silenzi parlano e il suo pianto è sincero. Il rapporto con la madre cambierà nel corso del film e la dolcezza del suo sguardo colmerà il disperato bisogno di affetto di Delia e renderà viva e vitale la solidarietà femminile.
Dove poi non arrivano le immagini ecco che si fa strada la musica. Si ascolta M’ innamoro davvero di Fabio Concato quando c’è l’incontro al cioccolato fra Delia e Nino, La sera dei miracoli di Lucio Dalla quando Delia decide di cambiare il proprio destino e il brano A bocca chiusa di Daniele Silvestri che sottolinea magistralmente le scene finali del film. Non a caso esso è dedicato a Lauretta, la figlia di Paola Cortellesi che ha detto: «Spero che vadano a vedere il film soprattutto le ragazze e i ragazzi di questo Paese e che, una volta usciti dalla sala, abbiano voglia di praticare la libertà».