La Sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli ha accolto un protagonista indiscusso del panorama teatrale e cinematografico, Toni Servillo, in occasione della presentazione del volume di Anna Barsotti (docente dell’Università di Pisa) “Il Teatro di Toni Servillo” (Titivillus 2016). Il titolo del libro nasce dal legame con cui l’attore drammaturgo concepisce il suo modo di fare e vedere il teatro. Un’indagine che ricostruisce in parte una traccia autobiografica di Toni Servillo. La sua direzione a comporre musicalmente il corpo, la bipolarità dei personaggi, nel loro rapporto tra introversione ed estroversione. La presenza in sala dell’autrice Anna Barsotti è stata dunque onorata dalla presenza di Toni Servillo, protagonista del volume, in un vicendevole dialogo moderato ad apertura dell’incontro, dal direttore della Biblioteca Nazionale, Francesco Mercurio. Insieme a lui, Arturo De Vivo prorettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II° ed il professor Francesco Cotticelli dell’Università degli Studi di Napoli Federico II°. «Il libro è interamente incentrato sulla produzione “servilliana” in una descrizione suddivisa in due parti. La prima dedicata all’attore, la seconda agli spettacoli. Una ricerca delle radici profondamente espressa nella prima parte. Un’indagine introspettiva di Toni Servillo – racconta l’autrice Anna Barsotti – in quella che io nel libro chiamo silhouette. Un’estensione dei corpi che il teatro produce e che lascia sensibilmente tracce indelebili. La capacità di disegnare il corpo, di muoverlo, è un segno più forte. Ad esso l’associazione dei volti di Servillo, in cui cogliamo un’esposizione alla modellabilità. Un volto trasformabile, che nel passaggio da un personaggio all’altro, cambia incessantemente. Fino a riconoscerne nella voce, la compiutezza della metamorfosi. A questa esplorazione ho affiancato una ripresentazione dell’intero percorso teatrale degli spettacoli di Servillo, con lo scopo di tessere con la parola, la memoria umana ed individuale degli spettacoli, al di là della loro riproduzione video, dando senso compiuto alla memoria del teatro. L’incontro è proseguito con un applauso vivacissimo rivolto a Toni Servillo nel momento del suo intervento. Il protagonista indiscusso del pomeriggio culturale napoletano. «Avervi qui così numerosi testimonia un interesse ed una curiosità. Una forma di partecipazione che incoraggia chi fa il mio mestiere, a percorrerlo con sempre più audacia e passione. Essere accolto da così tanti giovani, mi rassicura sull’idea che la grande quantità di produzioni teatrali e cinematografiche, abbiano avuto una risonanza di cui oggi ne confermo la concretezza». Con queste parole di piacevole ingegno ed umiltà, Toni Servillo ha trasferito profondi contenuti, ripercorrendo, insieme al suo umano sorriso, le esperienze di attore e regista. «Quest’anno recito a Napoli in tre teatri diversi, Il Diana, il Trianon ed il San Carlo. Non potrei desiderare di meglio». Un incontro sviluppatosi in forma di dialogo, dove l’attore acclama Napoli, la sua città, la bellezza della sua arte in scena a casa. Un dibattito dunque, tra Servillo ed i giovani in sala, in cui questi ultimi, sono stati incitati ad avere chiaro il percorso da sviluppare, tenendo ben stretti i valori che acquisiscono sul campo, affinchè non si svendano in un contesto sociale esposto a stimoli di impoverimento e dispersione.
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