Grand Budapest Hotel è un film scritto, diretto e co-prodotto da Wes Anderson, ispirato alle opere di Stefan Zweig (i cui lavori, nel 1933, furono bruciati dai nazisti). La pellicola è stata scelta per aprire la 64ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino aggiudicandosi il Gran Premio della Giuria.
In una sfilza di grandi attori con parti più o meno piccole (Bill Murray, Hervey Keitel, Jude Law, Willem Dafoe, Léa Seydoux, Edward Norton, Owen Wilson, Adrien Brody) spicca il protagonista Ralph Fiennes che interpreta Gustave H., corciege/palyboy delle attempate, ricche e bionde clienti del fantomatico Grand Budapest Hotel nell’immaginaria Repubblica di Zubrowka.
La morte di una delle sue signore (una irriconoscibile Tilda Swinton) darà il via ad un serie di imprese al limite del surreale che rafforzeranno l’amicizia di Monsieur Gustave con il suo protetto Zero Moustafa (da giovane, Tony Revolori, e da anziano F. Murray Abraham).
Girato con il formato “academy ratio” del cinema classico, Grand Budapest Hotel ha quel sapore di tempi andati, educati e gentili anche in situazioni tragiche. Quasi un cartone animato, una favola color pastello e con scenografie quasi teatrali stupende e di forte impatto.