Si è conclusa la XX edizione del Pomigliano Jazz in Campania. Vent’anni celebrati con date, location e artisti d’eccezione. In apertura all’ultima serata la cantante partenopea Simona De Rosa che, accompagnata da Daniele Scannapieco al sax, Michele Di Martino al pianoforte, Tommaso Scannapieco al contrabbasso e Luigi Del Prete alla batteria ha presentato al pubblico il suo nuovo progetto discografico intitolato “Waves”.
Spettatori indirizzati e accompagnati ad entrare nel mood giusto grazie a note delicate che introducono allo spettacolo del protagonista indiscusso dell’Anfiteatro Romano di Avella: GoranBregovic.
“Ifyoudon’t go crazy, you are notnormal”, questo il lavoro discografico che il compositore bosniaco ha presentato accompagnato dalla sua Wedding and Funeral Orchestra.
Bregovic si è presentato sul palco ricordando a tutti che non si diventa pazzi senza essere normali, poi l’inizio di un viaggio attraverso gli anni della sua carriera.
L’anfiteatro romano è riuscito a riscaldarsi, Goranha fatto ballare tutti i presenti facendo scorrere nelle vene musica nonostante le mura umide e fredde.
In platea e sugli spalti tanti ascoltatori mirati e casuali che hanno gustato il repertorio del bosniaco come fosse un fuoco lento attorno a cui fermarsi, deliziarsi e raccontarsi storie.
Sonorità fragorose e selvagge hanno affascinato persino il pubblico serio, quello che solitamente resta seduto in attesa dell’ultimo bis: tutti in piedi per brani come “Marushka”, “Gas gas” e “Kalashnikov”.
La chiave di tutto però resta il battito delle mani che si è fuso con gli altri strumenti musicali, mani che si son ben sposate con trombe e sax incrociando, battito dopo battito, culture ed etnie. Mani che han toccato terre misteriose eliminando qualsiasi frontiera.
Alla fine, il battito è riesploso nell’anfiteatro: il tempo si è fermato e Goran è andato via, lasciando parte di sé e della sua musica tra le antiche mura romane.
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