Rolando Ravello ha ricevuto il Golden Spike Award come miglior film d’esordio alla terza edizione del Social World Film Festival di Vico Equense, per il suo film “Tutti contro tutti”, una commedia brillante, vivace, ma anche cinica. Ravello è al suo esordio come regista e in collaborazione con Massimiliano Bruno ha scritto la sceneggiatura. Il film tratta da una storia vera, una famiglia di ritorno dalla comunione del figlio minore, trova il proprio appartamento in affitto occupato da altri. Questo film è impreziosito anche dall’attore di teatro, Stefano Altieri, che ha ricevuto la nomination come miglior attore non protagonista ai Nastri d’Argento 2013, la cui cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 6 luglio.
Tutti contro tutti, com’è nata questa storia?
«Nasce da un fatto vero accaduto ad Agostino, protagonista del film nonché mio amico da dieci anni. Mi è venuto naturale mettermi a tavolino con Massimiliano Bruno e scriverci una sceneggiatura.»
Avevi già scritto in precedenza qualche sceneggiatura?
«Ho collaborato a diverse cose, ma questa è la mia prima ufficiale.»
Come hai vissuto questa tua prima regia?
«All’inizio non volevo assolutamente fare la regia. Domenico Procacci e lo stesso Massimiliano Bruno mi hanno spinto a farla quasi a calci, e grazie a Dio l’hanno fatto, perché ho scoperto un mondo. Mi sono divertito da morire, ho scoperto che mi piace raccontare, infatti, in estate girerò il secondo film. Come attore adesso non sto lavorando, mi sono impegnato nella regia, che è il colmo dopo vent’anni che ho fatto l’attore.»
Credono in quello che fai, cosa hanno visto in te?
«Guarda, questo dovresti chiederlo a loro, perché non lo so.»
Nel film c’è anche un attore di teatro, ottantenne…
«Stefano Altieri non lo conosce nessuno, solamente chi frequenta i teatri assiduamente, ha avuto occasione di vederlo. È un attore che ha dedicato la sua vita al teatro, il cinema non si sa perché non l’ha mai degnato di uno sguardo. È una maschera vera e propria, come quelle che appartenevano ad un’Italia quando faceva ancora un cinema con la “C” maiuscola. Stefano è grandioso, una persona fantastica, di grande umiltà.»
Come l’hai convinto a prendere parte al tuo film?
«A lui non è parso vero, siccome mai nessuno gli ha proposto di fare cinema. Nel momento in cui sono andato da lui e gli ho chiesto se gli andava di fare il film, lui mi ha risposto subito si, era assolutamente entusiasta. Era curioso vederlo sul set, perché era una persona di ottanta anni che non aveva la minima dimestichezza con le macchine da presa, i binari e tutto quello che il cinema comporta e non si sapeva muovere. È stato un soldatino, eseguiva il suo compito senza una parola.»
Puoi accennarci qualcosa di questo secondo film che farai da regista…
«È una commedia tratta dallo spettacolo di Massimiliano Bruno “Ti ricordi di me?” con Ambra Angiolini ed Eduardo Leo. Le riprese cominciano a luglio, quindi il prossimo anno sarà nelle sale. È una commedia sentimentale, molto carina, con delle cose molto tenere tra una narcolettica e un cleptomane, Beatrice, maestra elementare, e Roberto, aspirante scrittore.»
Invece, come attore…
«Da poco ho girato il cortometraggio “Un uccello molto serio” di Lorenza Indovina, insieme a Elena Arvigo e Chiara Caselli. Rimane la mia passione, quella di fare l’attore e voglio continuare a farlo. Il teatro, per esempio, continuo a farlo, con la commedia “Agostino tutti contro tutti”, la pièce teatrale del film. C’è anche un progetto con Vinicio Marchioni, che dovrei fare non la prossima stagione, ma quella dopo.»
Tu hai iniziato con il teatro…
«Sì. “La Piccola città” di Thornton Wilder ha segnato il mio esordio a teatro. Avevo diciassette anni, ed era uno spettacolo amatoriale che facevo al Teatro de’ Servi, di seguito ristrutturato a Roma, ma la mia era una piccola parte. Dopo mi sono iscritto a scuola di recitazione “La Scaletta” di Roma.»
Quando hai cominciato sul grande schermo?
«Come attore, stranamente, ho cominciato a lavorare subito, poi mi prese Ettore Scola, per fare il primo film “Romanzo di un giovane povero” con Alberto Sordi. Ho alternato sempre, cinema, televisione e teatro, oggi, stranamente anche la regia.»
Stai scrivendo già qualche altra sceneggiatura?
«Sto scrivendo una cosa che spero di poter realizzare la prossima estate con la Fandango. Poi, ho un sogno nel cassetto che sto inseguendo da una decina di anni ormai, una storia che mi piace da morire, successa realmente, di cui ne stiamo parlando proprio in questi giorni, vediamo che succede.»