Gli Skelters tornano sulle scene con l’ultimo singolo “Anima” – il terzo dopo “Siamo” e “Chimica dell’amore” – che anticipa l’uscita del nuovo album in uscita nel 2016. Originari di Catanzaro e milanesi di adozione, Gli Skelters si fanno da subito notare per la loro grinta e in particolar modo per il loro modo di fare musica. Vengono ingaggiati dalla londinese Bugbear Promotions che li porta ad esibirsi al Dublin Castle, tra le strade di Camden Town di Londra. Nel 2010 pubblicano l’album d’esordio “Lux Mundi”, interamente in inglese prodotto da Wynona Records/This is Core e distribuito da Andromeda Dischi, mentre nel 2012 esce l’Ep “2012” dove per la prima volta, oltre a brani in inglese, inseriscono anche quelli in italiano. La band pop/rock, con un totale di oltre 100 concerti all’attivo, si racconta in un’intervista a Mydreams.
Il vostro ultimo singolo “Anima” è una critica nei confronti della società odierna. Cantate il desiderio di un ragazzo di inseguire il proprio sogno, senza mai perdere l’anima. È autobiografico?
«È innegabile che ognuno di noi abbia un sogno nel cassetto. “Anima” è un inno rivolto a tutte le persone che inseguono i propri desideri, il proprio scopo nella vita. Pensiamo che chiunque si possa rivedere in quello che è scritto nel testo della canzone! L’ importante è continuare a perseguire quello per cui si è sempre lottato e non piegarsi ad una società oppressiva che tende ad omologarci tutti e che vuole farci gettare la spugna facendoci abbandonare i nostri sogni. Se insegui un sogno insistentemente e con pazienza alla fine il sogno crederà in te e si realizzerà.»
In “Siamo”, il primo singolo, cercate di manifestare le vostre idee, il vostro modo di pensare. Cosa volete comunicare e come nasce il brano?
«Il brano, scritto da Emanuele (il batterista del gruppo), è un’istantanea che fotografa un po’ tutta l’ umanità e che soprattutto rappresenta molto la nostra filosofia. Nasce da un’osservazione meticolosa della gente che ci circonda, essa ci porta a riflettere sulle migliaia di sfaccettature dei comportamenti umani.
Crediamo che se ci si visualizza in una determinata situazione o circostanza, quella situazione o circostanza si possa concretizzare realmente. Da qui la frase “Siamo tutto ciò che vogliamo, siamo tutto ciò che pensiamo, siamo tutto ciò che creiamo”.»
“Chimica dell’amore” è un inno all’amore, alla passione. Il video in particolare racconta un amore tra due donne. Come mai la scelta di una coppia omosessuale?
«L’ amore non ha una forma, non ha sesso, non ha orientamento religioso. È quel sentimento che mette in moto il mondo e che regola le leggi dell’universo. Quindi la scelta di inserire un amore di tipo omosessuale verte proprio su questi principi che vi abbiamo elencato. Non ha importanza il modo in cui si manifesta questo sentimento, perché è unico ed universale. Quindi è uguale per tutti.»
Il vostro è un genere pop-rock. In questi anni vi siete esibiti in diverse città inglesi. Cosa ha rappresentato per voi lavorare in Inghilterra dove negli anni sono nate diverse band di successo internazionale? Cosa avete tratto da questa esperienza?
«L’esperienza del live oltremanica è stata sicuramente suggestiva ed affascinante. Ci ha insegnato moltissimo e soprattutto ci ha fatto conoscere una cultura della musica dal vivo molto differente dalla nostra. È stato davvero fantastico esibirsi negli stessi luoghi dove hanno suonato le band che hai sempre ammirato e seguito sin da bambino. Questo ci ha caricato moltissimo emotivamente, ma ci ha anche permesso di apprezzare al meglio la magia del rock’n‘roll inglese.»
Vi siete mai ispirati musicalmente ad un artista o ad un gruppo in particolare? Che genere di musica ascoltate?
«Più che una band, noi abbiamo in testa un determinato tipo di suono a cui far riferimento, in maniera tale da poter concepire dei brani che ci convincano e che ci soddisfino a pieno. Certamente abbiamo anche dei gruppi a cui facciamo riferimento come Beatles, Ramones, Muse, Coldplay, Oasis, Killers (la lista potrebbe essere davvero lunga) ma ci piace sperimentare e trarre il meglio da ogni idea che ascoltiamo per poi concepire un nostro sound.»
Come mai il nome Skelters?
«Il nome SKELTERS è un tributo ai Beatles e deriva dalla canzone Helter Skelter, il cui titolo sta a significare “il senso delle cose che scivola via”.»
Nel 2011 avete aperto il concerto dei Subsonica. Sono previste altre collaborazioni artistiche?
«Oltre all’apertura nel 2011 siamo stati in compagnia della band torinese anche lo scorso 13 agosto dove abbiamo aperto il loro concerto per la seconda volta nella bellissima cornice dell’Area Magna Graecia di Catanzaro. È stata un’esperienza incredibile che porteremo sempre nel cuore, per poi non parlare del pubblico meraviglioso che ha apprezzato la nostra musica e che ci ha sostenuto sin dal primo brano. Sono previste altre collaborazioni artistiche ma non possiamo svelarvi di più.»
Per quanto riguarda invece i vostri live in Italia?
«In Italia abbiamo macinato davvero migliaia e migliaia di chilometri, possiamo dire che abbiamo suonato un po’ in tutta la penisola. Fino ad adesso il centro-nord Italia ci ha dato più soddisfazione dal punto di vista dei live. Ma abbiamo anche dei bellissimi ricordi nel meridione e soprattutto nella nostra amata Calabria con un pubblico da paura che ci ha sempre avvolto con il suo calore ed affetto. Attualmente stiamo programmando il nuovo tour ma possiamo dire che dall’uscita di SIAMO non abbiamo mai smesso di suonare live e non vediamo l’ora di intraprendere questa nuova avventura.»
Il vostro produttore è Luca Mattioni che ha co-prodotto Emma Marrone. Sono in cantiere collaborazioni future?
«Luca oltre ad essere un grandissimo professionista è anche uno dei nostri punti di riferimento, il suo è un valore aggiunto ai nostri brani che è davvero fondamentale per rendere il tutto al top delle sue potenzialità.
Siamo in costante contatto con lui e si è creata una forte sinergia. Sono già in cantiere altre collaborazioni.»
Cos’è previsto nel 2016 per gli Skelters?
«Il 2016 sarà un anno pieno di impegni, di novità, di live e soprattutto sarà l’anno in cui uscirà il nuovo disco a cui abbiamo lavorato moltissimo. Si può dire che la band è in dolce attesa. Sicuramente ne vedrete delle belle.»