“Gli onesti della banda” è in scena al Teatro Diana di Napoli fino al 3 marzo con la regia di Giuseppe Miale Di Mauro e la riscrittura di Diego De Silva. Lo spettacolo è prodotto dalla Compagnia Nest in collaborazione con le Nuvole/Casa del Contemporaneo. Il Nest Napoli Est Teatro è un centro teatrale polifunzionale, collocato a San Giovanni a Teduccio, nato circa dieci anni fa grazie a un gruppo di giovani che si fanno portavoce, attraverso l’arte in tutte le sue forme, di risanamento e sviluppo del tessuto sociale contro ogni forma di violenza e degrado. Il testo, liberamente tratto dal film “La banda degli onesti” del 1956 con Totò e Peppino De Filippo, affronta le dinamiche malavitose che infestano il tessuto sociale, e come queste possono colpire anche i cittadini onesti. “Gli onesti della banda” è stato già rappresentata con successo al Teatro di Roma-Teatro Nazionale, al Teatro stabile di Torino e al Napoli Teatro Festival. I protagonisti dello spettacolo sono Tonino (Adriano Pantaleo), laureato a pieni voti, che in attesa di un lavoro, si occupa della portineria di un palazzo il cui amministratore è il ragionier Casoria (Francesco Di Leva) uomo viscido e intrallazzatore. Peppino, amico di Antonio (Giuseppe Gaudino) gestisce una tipografia che non riesce più a mandare avanti, perché oberato di debiti. I due amici, desiderosi di offrire una vita più agiata ai propri familiari, decidono di accettare la proposta del ragionier Casoria di falsificare il denaro di cui hanno necessità. Particolarmente significativa e vincente la scelta da parte degli autori di puntare l’attenzione, attraverso il filtro della leggerezza, su una tematica così scottante e attuale. Grazie alla riscrittura brillante e moderna di Diego De Silva, al susseguirsi di battute e al ritmo sostenuto e incalzante della recitazione, il pubblico rimane come ipnotizzato durante lo spettacolo. Interpreti convincenti ed esilaranti Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino, Francesco Di Leva, Ivan Castiglione (il finanziere Michele fratello di Tonino). Misurato e caratterizzato ad hoc Mimmuccio l’usuraio interpretato da Ernesto Mahieux. Completano il cast Anna Stabile (Assunta sorella di Peppino), Luana Pantaleo (Giulia), Maria Chiara Centorami (Angela). La scenografia di Luigi Ferrigno è composta da due gabbie (la portineria e la tipografia), che rappresentano metaforicamente la società claustrofobica e limitante, dalle quali è possibile uscire in nome della libertà, del rispetto e dignità personali. Il messaggio che arriva è quello che reagire alle sopraffazioni è possibile, anche se la scelta di rimanere uomini liberi ha un costo molto alto e procurerà ai due protagonisti biasimo e critiche feroci. Esaustiva la frase di Vladimir Lenin che chiude lo spettacolo: “Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più schiavo, ma uomo libero”.