Dall’esigenza artistica di sperimentare linguaggi musicali diversi, intessendoli tra loro, il quartetto d’archi, Ondanueve String Quartet realizza il primo disco di inediti, dal titolo Mutazioni. L’incontro tra gli strumenti ad arco, i violini, la viola, il violoncello e la batteria e le percussioni dà origine a cinque avvincenti composizioni, contaminate dai suoni e colori del jazz, del rock, dell’irish irlandese, della musica popolare del Sud Italia, del folk dell’est Europa e della melodia classica napoletana. Con l’album Mutazioni, gli Ondanueve String Quartet si confermano musicisti e compositori dall’originale estro musicale. Paolo Sasso (violino), Andrea Esposito (violino), Luigi Tufano (viola), Marco Pescosolido (violoncello) accompagnati da Riccardo Schmitt (percussioni) hanno ampliato le loro conoscenze e gli studi di musica classica addentrandosi nel mondo del jazz e della world music.
Nel vostro disco, Mutazioni, ogni composizione prende vita da un genere musicale e poi si sviluppa nella parte centrale e finale in modo diverso. Questo è reso possibile musicalmente dai quattro strumenti ad arco?
«Quello che cerchiamo di fare è di valorizzare gli strumenti ad arco sotto aspetti non solo classici. E per questo non ci limitiamo mai ad un solo genere musicale nei nostri brani proprio perché abbiamo a disposizione questa enorme versatilità che i nostri strumenti possono darci».
Il primo brano Sbeat risente della contaminazione delle musiche tipiche dell’est Europa e del Sud Italia. Il finale è impreziosito dalla batteria. Ma da quale ispirazione è stato concepito?
«Sbeat è un pezzo nato per gioco. È visto come un viaggio musicale che dal mediterraneo va in giro per l’Europa, dal popolare italiano al balcanico, arrivando al nord con un Irish. Tutte queste melodie apparentemente diverse vengono intrecciate tra loro come se fossero appartenenti ad un solo genere. Ciò che ci ispira è il non voler accettare e catalogare queste diversità ma pensare sempre che la musica è una sola».
Il video girato a Napoli è intriso di simbolismo …
«Il video è dedicato all’amore per la musica. La bambina che si appassiona, il liutaio che le dà i mezzi per sviluppare questa passione, fino ad arrivare a lei più grande che ha deciso di farne la propria ragione di vita. Tutto incorniciato da Napoli. È in sintesi la nostra storia».
Avete orchestrato le colonne sonore per vari film. Cosa hanno significato queste esperienze artistiche?
«Per noi è sempre un onore lavorare per compositori e registi che affidano le loro colonne sonore alle nostre mani».
Come e quando è nata l’idea di formare un quartetto d’archi?
«Possiamo dire che, ispirati dalla musica che ascoltiamo e non d’accordo con la standardizzazione che c’era verso il genere musicale che riguardava i nostri strumenti, abbiamo deciso di creare questo gruppo per permetterci di esprimerci con i nostri strumenti, componendo la musica che più ci piace».
Quale sarà il repertorio dei vostri concerti quest’estate?
«Ovviamente i brani del nostro ultimo album Mutazioni, qualcuno del vecchio Boundary Line e qualche brano ancora non pubblicato che facciamo per il pubblico live».