In occasione del trentennale del film cult Io speriamo che me la cavo della grande Lina Wertmuller, Oscar alla carriera nel 2020, Adriano Pantaleo, oggi attore affermato, decide di rintracciare i suoi ex compagni di quella incredibile avventura per rivederli e scoprire se anche loro nella vita se la sono cavata.
Con la complicità del regista Giuseppe Marco Albano, ha realizzato un docufilm dal titolo Noi ce la siamo cavata che è stato presentato al 40° TFF Torino Festival e, ieri sera, in anteprima al Cinema Vittoria di Napoli alla presenza del cast al completo.
Noi di Mydreams eravamo in sala e siamo riusciti anche a scambiare qualche battuta con alcuni protagonisti del film. Abbiamo anche intravisto Gigio Morra (il famoso Mimì custode/ bidello della Scuola Elementare Edmondo De Amicis di Corzano) e lo sceneggiatore Andrej Longo.
Ed ecco i nomi dei piccoli attori di Io speriamo che me la cavo della mitica Terza B, che oggi, un po’ cresciutelli, hanno rivissuto emozioni e ricordi della loro infanzia: Mario Bianco, Pierfrancesco Borruto, Annarita D’Auria, Ciro Esposito, Dario Esposito, Marinella Esposito, Luigi Lastorina,Carmela Pecoraro, Salvatore Terracciano, Marco Troncone.
Ecco come il regista Giuseppe Marco Albano ha introdotto il film: «Mi hanno sempre affascinato i bambini attori, fin da piccolo, quando li osservavo al cinema, sul grande schermo oppure in TV, quando vedevo recitare dei miei coetanei all’interno di un grande film, al fianco di attori e attrici famosi. Che sogni può avere un bambino che fa l’attore? Quando diventa un personaggio riconosciuto da tutti già da piccolo, come si rapporta con il mondo esterno? Ecco le domande che mi sono posto ogni volta che vedevo un film in cui i protagonisti erano dei bambini. Uno di questi film era proprio Io speriamo che me la cavo tratto dall’omonimo best seller del maestro Marcello D’Orta, girato dalla grande Lina Wertmuller e con Paolo Villaggio nei panni di un insegnante, Marco Tullio Sperelli. Insieme ad Adriano Pantaleo, uno dei piccoli protagonisti del film, abbiamo immaginato di raccontare un cammino, quello di Vincenzino il gelataio, oggi un uomo ed un attore affermato di 38 anni con due figli che decide di rintracciare i suoi vecchi compagni del film e farsi raccontare come se la sono cavata nella vita reale».
E Adriano Pantaleo, commosso, ha proseguito: «Quel film mi ha cambiato la vita e in un certo senso ha condizionato anche le mie scelte future perché ho capito sin da subito che amavo fare il mestiere dell’attore. Mio padre mi accompagnò al provino in un Teatro Politeama pieno di bambini forse intimoriti e che non si rendevano conto fino in fondo di tutto quello che stava accadendo. Ho voluto con tutte le mie forze ritrovare quei bambini come me che hanno partecipato al film. Sentivo prepotente il desiderio di incontrarli. Non è stato facile. Alcuni erano anche andati via da Napoli ma ci sono riuscito e sono qui stasera con loro a presentare questo film, una sorta di documentario che racchiude anche l’ultima apparizione in video della Wertmuller, entusiasta della nostra idea di realizzare qualcosa che fosse il seguito del suo film».
Noi ce la siamo cavata è un amarcord non per questo nostalgico che mette in risalto la voglia di ritrovarsi tra ragazzi che hanno vissuto un sogno, un’esperienza bella ed esaltante in una fase della loro vita quando la fantasia galoppa e si è autentici, genuini, spontanei e non ancora segnati dalle difficoltà della vita.
Mario Bianco, Nicola ,ovvero il bambino paffutello che nel film mangiava una continuazione soprattutto dolci, ha mantenuto questa sua vocazione e ha aperto un ristorante a Torino. Carmela Pecoraro, Tommasina nel film, ha interpretato la piccola Dalia ne L’amore molesto di Mario Martone ed oggi fa la mamma a tempo pieno. Ciro Esposito, come Adriano Pantaleo, fa l’attore. Ma ci sono anche quelli che hanno avuto storie meno fortunate ed hanno pagato il loro debiti con la giustizia.
La domanda di fondo rimane: se la sono cavata?
Certamente sì perché se la vita ti cambia anche noi abbiamo la possibilità di cambiare e adattarci a nuove situazioni.
Nessuno dei protagonisti del film, ieri sera, si è sentito escluso. Alla proiezione ha portato con sé i propri figli e i propri compagni in un clima di gioia e spensieratezza. Al termine dalla sala si sono levati lunghi e calorosi applausi. La carica di simpatia di quei bambini è rimasta intatta.