Si intitola “Controra” il nuovo disco degli Almamegretta uscito il 28 maggio 2013. Un lavoro importante per il gruppo che segna il ritorno di Raiz, anticipato dalla loro riunione al Festival di Sanremo dove hanno presentato due dei brani contenuti nel cd.
Un progetto importante per la scena italiana che cerca attraverso ogni traccia la sua internazionalità.
Gli Almamegretta tornano a giocare con le lingue e in questo lavoro troviamo l’italiano, il napoletano ostinato e l’inglese. Un disco che si interroga e risponde alla famosa domanda: “Da dove veniamo? Dove andiamo?”. Un album che ha passato e presente. 11 tracce che con estrema calma riescono a farci assaporare lentamente l’attimo fuggente.
Iniziamo partendo proprio dal titolo di quest’album. Per chi è meridionale è facile associare la “Controra” al dopo pranzo, momento della giornata in cui ogni bravo napoletano si riposa. Ma al nord?
«Guarda, pensandoci bene il titolo lo abbiamo scelto dedicandolo più al nord che al sud. A Napoli almeno tutti sanno cos’è la controra anche se oggi nessuno la vive più, in pochissimi possono permettersela. Al nord almeno devono incuriosirsi per capire di cosa parliamo.
Al giorno d’oggi sembra che il lavoro sia diventata l’unica religione. Ovviamente noi non sottovalutiamo il problema, non vogliamo assolutamente scherzare con la crisi.
Quello che cerchiamo di fare attraverso questo disco è ricordare alla gente di cosa abbia veramente bisogno.
Lavorare per comprare l’ultimo modello di cellulare a un figlio che poi non vediamo mai non è una cosa essenziale: è un bisogno indotto. L’intera economia oramai gira intorno a cose che non ci servono.
In questo disco noi cerchiamo di ricordare a chi ci ascolta cos’è quello di cui veramente abbiamo bisogno, ma soprattutto ci focalizziamo sul tempo. Dedicarsi del tempo per vivere e assaporare la semplicità della vite è quello che ci serve ed è proprio quello che tutti sembrano aver dimenticato. Oramai tutti cercano di realizzarsi nel lavoro. Ma nella vita in pochi riescono a realizzarsi»
Una delle canzoni che forse esprime al meglio tutte queste cose è sicuramente quella che vi ha regalato il grande Enzo Gragnaniello: “ ‘Na bella vita”…
«Sì, Gragnianiello ci ha regalato un vero e proprio “Carpe diem”. Oramai si trascorre la vita o a rimpiangere i bei tempi andati oppure a programmare gli impegni futuri. Ma oggi? Oggi che fai se lo trascorri a pensare a cose fatte o da fare? Ed ecco che partendo da questo Enzo ha saputo riassumere in pochi ed efficaci versi un concetto estremamente difficile. Ascoltando “ ‘Na bella vita” ti rendi conto che volta che hai capito quali sono le cose per le quali vale la pena vivere, allora ogni mezzora diventa lunga quanto un’intera giornata…»
Un altro brano che ha fatto molto discutere è “Pane, Vino e casa”… potete parlarcene?
«Il testo di questo brano è tratto dal discorso che Adriano Olivetti fece nel giorno dell’apertura della fabbrica di Pozzuoli a metà anni ’50. Noi abbiamo riportato il punto di vista di un industriale lontano anni luce dagli squali dell’economia internazionale. Sì alla fine anche l’Olivetti è fallita ma di certo nemmeno Marchionne funziona. Il sistema che ci hanno imposto negli ultimi 20 anni fa acqua da tutte le parti.»
Quindi per quale motivo avete sentito l’esigenza di citare Olivetti?
«Per ricordare un’esperienza unica nel suo genere che credeva nelle possibilità di alternative. Adriano Olivetti si batteva per fare il proprio lavoro in maniera diversa: lui si sentiva alla pari dei suoi dipendenti.
Certo, navigava in un’utopia e non è che questo il suo mondo. Ma ce ne sono tante di persone come lui e crediamo andrebbero incastonate nel mondo del lavoro differentemente.»
È passato un po’ di tempo, ma la domanda è d’obbligo: com’è stata la vostra esperienza sanremese?
« A noi è piaciuta molto come esperienza. E’ stata un ottima occasione per informare il pubblico che eravamo tornati ad essere il nucleo originale. Nonostante tutte le polemiche che Sanremo attiri ogni volta, noi preferiamo di gran lunga sapere che in tv ci sarà un’intera settimana dedicata alla musica, seppur magari composta da canzonette, rispetto a sorbirci delle noiose serie televisive…»
A proposito del nucleo originale… Come avete vissuto questa “riunione”?
«Noi siamo sempre stati una grande famiglia. Ognuno di noi durante il corso della carriera ha sentito l’esigenza di fare altre cose, di migliorare prendendosi anche il rischio di uscire fuori dal gruppo. È normale: siamo un gruppo di persone intelligenti, senza gelosie… per cui eccoci ancora tutti qui.»
Vent’anni e passa di Almamegretta: qual è il segreto?
«La passione, l’amore per quello che facciamo, la verità e soprattutto la sincerità. Queste sono le prerogative che se un gruppo non ha, prima o poi fanno in modo che le difficoltà aumentino e portino i nodi al pettine. Siamo sempre stati molto sinceri tra noi e con il nostro pubblico e vent’anni sono volati.»
Qualche anticipazione sul concerto che avete in programma per il prossimo 23 giugno?
«Si terrà alla Mostra d’Oltremare a Napoli. Avremo come ospiti James Senese, Enzo Gragnaniello, Marcello Coleman Lucariello e Gigi De Rienzo. Insomma: dovete venire! Sarà una gran bella festa. Inoltre il biglietto costa solo cinque euro.»