L’attore Giuseppe Fiorello sarà il protagonista de “I cacciatori del cielo”, il docu-film che celebra il Centenario della costituzione dell’Aeronautica Militare, in onda stasera, in prima serata su Rai 1, che rivive la storia dell’asso dell’aviazione Francesco Baracca, interpretato appunto da Fiorello, con la regia di Mario Vitale, prodotto da Gloria Giorgianni per Anele con Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Documentari, con il Patrocinio e la partecipazione del Ministero della Difesa, Aeronautica Militare e Difesa Servizi, con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il sostegno di Intesa Sanpaolo e con Aerea S.p.A. ed Elettronica S.p.A..
Il progetto, scritto da Pietro Calderoni e Valter Lupo, con la collaborazione di Mario Vitale e la consulenza storica di Paolo Varriale, narra le imprese eroiche, la vita e l’amicizia di quei pionieri del volo che si distinsero per le loro azioni e il loro coraggio durante la Prima Guerra Mondiale e le cui gesta gettarono le basi per la nascita dell’Aeronautica Militare avvenuta il 28 marzo 1923.
Il docu-film appassionante “I cacciatori del cielo” affronta temi universali come l’amicizia e l’amore, e contiene una serie di interviste ai protagonisti della storia interpretati dai rispettivi attori, preziosi materiali di repertorio, filmati d’epoca come quello di Francesco Barracca insieme a Gabriele D’Annunzio , e animazioni originali.
«Ho affrontato questo film con la massima apertura, perché era qualcosa di nuovo – afferma il regista Mario Vitale- ed ho lavorato su una sceneggiatura coinvolgente che racconta, nel contesto storico della Prima Guerra Mondiale, il personaggio di Baracca, ma al tempo stesso narra la storia di un’amicizia che si trasforma in un rapporto familiare. Ho cercato di riportare nel film i buoni sentimenti intravisti negli uomini dell’Aeronautica Militare, e le emozioni umane. Ho voluto enfatizzare i legami umani, come quello tra Baracca e sua mamma, e la paura e la preoccupazione di una madre per la vita di un figlio».
Giuseppe Fiorello è Francesco Baracca, un pilota del Regio Esercito. Nel corso della Prima Guerra Mondiale, per i suoi meriti sarà promosso prima capitano e poi maggiore, assumendo nel frattempo il comando della 91a Squadriglia, la “Squadriglia degli assi”: romagnolo, sanguigno, istintivo e coraggioso, di ottima famiglia, generoso, spavaldo ma mai inutilmente votato al sacrificio. Ricordato come “l’Asso degli assi” per aver conseguito il maggior numero di vittorie aeree tra i piloti italiani della Grande Guerra e in assoluto, ottenendo 34 vittorie nei combattimenti aerei, Francesco Baracca fu ritenuto dal popolo italiano un vero e proprio eroe nazionale.
«Ho seguito l’evoluzione del film, ho seguito il regista Mario Vitale, mi sono affidato a lui completamente –racconta Fiorello– ed ho scoperto un personaggio che conoscevo poco. Sono stato spinto dalla curiosità e dal desiderio di proporre allo spettatore la storia di Francesco Baracca, un personaggio che ha compiuto gesta eroiche. Sono un sentimentale emotivo, e di Baracca mi ha emozionato particolarmente il fatto che lui desiderava non colpire il nemico, e molto spesso lo attuava, cercava di non colpire l’uomo, ma abbattere il simbolo del nemico, cioè l’altro aereo. Non andava fiero ed orgoglioso dei suoi primati, ma spesso si incupiva e questo suo aspetto umano mi ha colpito”. Poi continuando a ricostruire questa sua nuova entusiasmante esperienza cinematografica aggiunge: “Nel corso delle riprese eravamo tutti estasiati nel poter vedere e toccare quegli aerei d’epoca leggerissimi e fragili, fatti di legno e tela, con un posto guida di piccole dimensioni, e soprattutto è stato affascinante poi vederli decollare, planare, atterrare. Devo aggiungere che abbiamo girato in posti meravigliosi del Veneto che non conoscevo. I film a volte ti portano in luoghi in cui non andresti mai nella vita, dal fascino unico, luoghi in cui si respirava la passione per l’aviazione e per Baracca».
Accanto a Giuseppe Fiorello gli attori Luciano Scarpa nel ruolo del Comandante Pier Ruggero Piccio, in seguito primo Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare; Claudia Vismara, che dà il volto a Norina Cristofoli, giovane cantante lirica di Udine, che vivrà un’intensa seppur breve storia d’amore con Francesco; Andrea Bosca, che interpreta il personaggio di finzione Bartolomeo Piovesan, meccanico di umili origini addetto alla manutenzione dell’aereo di Baracca e geniale ideatore di fondamentali migliorie nelle prestazioni di volo dei rudimentali velivoli della compagnia. Tra gli altri attori, Ciro Esposito dà il volto a Fulco Ruffo di Calabria, Enzo Garramone veste i panni del Re Vittorio Emanuele II e Rodolfo Corsato di un Colonnello dell’Esercito Italiano, mentre Patrizia La Fonte e Paolo Rozzi interpretano i genitori di Baracca.
L’arco narrativo del docu-film parte dal 1915, anno in cui Baracca, Piccio e Piovesan, tre uomini molto diversi fra loro per estrazione sociale, provenienza e indole, ma destinati a diventare grandi amici, si ritrovano insieme nel campo di aviazione di Santa Caterina, vicino Udine, sede del primo reparto aerei da caccia e del Comando Supremo. La difficoltà iniziale a resistere contro i raid aerei austroungarici verrà superata dalle innovazioni introdotte dal meccanico Piovesan e dalla maestria di quei pionieri del volo, in primis Baracca, che conseguirà la prima vittoria italiana nella storia dell’Aeronautica, il 7 aprile 1916, a cui ne seguiranno molte altre, rendendolo un’icona nella popolazione italiana, insieme allo stemma del suo aereo, il Cavallino rampante. Un successo che indurrà il Comando Supremo a superare le perplessità iniziali e istituire una squadriglia di élite, la 91a, per le operazioni particolarmente delicate, affidata a Baracca. La disfatta di Caporetto porterà anche la squadriglia ad abbandonare Santa Caterina per trasferirsi in Veneto, sul campo di aviazione di Quinto, vicino Treviso. Per le loro imprese, Baracca e Piccio ottengono la medaglia d’oro al valor militare, fino alla tragica morte dell’asso degli assi, avvenuta a 30 anni il 19 giugno 1918 nel corso di una missione sul Montello, durante la Battaglia del Piave. La sua morte suscitò grande commozione in tutto il Paese.
A suo nome nel 1926 fu inaugurato a Lugo di Romagna il Museo Francesco Baracca, dal 1993 trasferito nella casa natale del pilota, luogo particolarmente suggestivo che ospita anche il caccia originale su cui ha conseguito la sua 30a vittoria, lo SPAD VII S2489, e dove si sono svolte alcune riprese grazie alla collaborazione con il Comune di Lugo di Romagna, Emilia-Romagna Film Commission, Visit Romagna e Consorzio In Bassa Romagna. Le altre riprese sono state realizzate in Veneto a Nervesa della Battaglia, presso la Fondazione Jonathan Collection, dove è stata utilizzata anche la replica volante dello SPAD XIII, uno degli iconici aerei di Baracca, a Villafranca di Verona, a Lonigo e presso il Museo Villa Lattes di Istrana.