Occhi azzurri, fisico scolpito, 1 metro e 90 di altezza. Non parliamo del vincitore di un concorso di bellezza, ma di Giulio Berruti, l’attore Italiano che abbiamo visto anche nelle vesti di ballerino nell’ultima stagione di “Ballando con le Stelle”. Giulio è stato uno dei volti maschili del Social World Film Festival di Vico Equense. Tanti ruoli al cinema, tante fiction, per questo bellissimo attore che ha, all’attivo anche una laurea in odontoiatria. Giulio, in attesa di presentare il suo film “Maid for You”, girato lo scorso anno in America, risponde alle nostre domande.
Presente a Vico Equense ma anche ad Ischia. Ormai sei legato a questa zona…
«Sì, sono molto legato, soprattutto alla costiera, perché la mia famiglia ha queste origini. Mia madre è natia di queste zone. Non ero mai stato in questa parte di costiera, ma Vico Equense è una splendida realtà. E credo che questo festival sia una buona occasione anche per promuovere questi territori. È bello vedere che attraverso questi giovani organizzatori, si riesca a favorire nuovamente queste zone che finora sono state sfruttate solo da chi aveva interessi economici. È interessante, attraverso l’arte, riscoprire nuovamente questa parte della Campania che, già negli anni 50-60 era stata spesso il set di tante produzioni.»
A Ischia presenti il tuo nuovo film “Maid for you”. Ci parli di questo lavoro?
«Made for you è un film che ho girato lo scorso anno in America. L’ho realizzato con una produzione americana. Lo abbiamo girato in 13 giorni – con i tempi di un cortometraggio, dunque – ma siamo contenti. È una pellicola che abbiamo già venduto agli americani. Un piccolo film. Un’esperienza in cui ci siamo divertiti. Un progetto che nasce da un tavolo di casa ma che è riuscito a varcare l’Oceano. Volevamo dimostrare che, anche con pochi mezzi, senza spendere milioni di euro, si poteva realizzare un nuovo modo di fare cinema ed ottenere buon lavoro di squadra e speriamo di poter avere ragione. Questo film arriverà anche in Italia. Non so ancora i tempi ed i modi di distribuzione. Non credo che arrivi al cinema, ma sul satellite di sicuro.»
Sei anche produttore di questo film…
«Sì. Produttore, ma interpreto un piccolo cameo. Volevo stare dietro le quinte, ma il budget era poco e mi sono adattato. (sorride divertito!). Con me sul set ci sarà anche Antonio Cupo, mio predecessore in Elisa di Rivombrosa. E siamo stati davvero tutti contenti. Siamo un bel cast. Unito e professionale. Poi il cinema è fatto di tempo. Ci abbiamo voluto provare. Non abbiamo fatto tutto quello che volevamo, ma siamo soddisfatti.»
Una carriera d’attore, contrapposta ad una formazione professionale medica. Sei laureato odontotecnico e sei dentista…
«Sì, mi sto specializzando e concludo la formazione ad ottobre. Lo sto facendo perché, ho lavorato così duro per studiare e formarmi, che sarebbe un peccato non mettere a frutto quello che ho imparato. Potrei pensare alla doppia attività, perché il mio mondo, quello artistico, è una realtà bella per un verso, ma anche a tratti inconsistente. E non vorrei trovarmi, come molti colleghi a decidere d’improvviso di appendere il copione al chiodo. Poi, il dentista, è una professione che mi piace e credo di avere un’ottima manualità in questo settore. Credo che se prendi un impegno, devi portarlo a termine altrimenti, ne va anche della tua autostima.»
Progetti in cantiere?
«Sì, mi vedrete al cinema con “Tutte lo vogliono” con Enrico Brignano e Vanessa Incontrada, ed in televisione con la fiction per famiglie dal titolo Casa dolce Casa. Una commedia nella quale lavorero’ accanto a Giovanni Esposito, un attore campano, molto bravo malato. Io interpreto un cuoco malato di egocentrismo e… anche un po’ sessuomane. Un ruolo molto divertente.»
A “Ballando con le stelle” hai mostrato di avere una grandissima predisposizione per il ballo. L’hai sfruttata questa passione successivamente?
«Ho avuto poco modo di continuare, perché gli impegni di lavoro, sono stati tanti che non ho avuto il tempo di potermi dedicare alle lezioni e agli allenamenti. Tra le altre cose, mi ero promesso di voler continuare ad avere Samantha Togni come insegnante. Samantha però, come insegnante, è una specie di doberman che non contente di arrivare stanchi a lezione o di dire “faccio una pausa”. Fare due ore di lezione con lui, significava aver fatto 24 ore di sonno prima. E purtroppo, non mi era possibile. E quindi ho dovuto soprassedere. Ma la settimana prossima torno a Roma e riprendo questo discorso. Perché sto girando delle scene in cui mi serve movimento e qualche lezione mi tornerà utile.»