“Io mi chiamo Giovanni e il mio nome è plurale” iniziava così una delle canzoni pre-Sanremo di Truppi. E adesso, a distanza di anni, questa citazione assume un valore totalmente diverso. Giovanni è tante cose tutte insieme, da sempre. Sapere che adesso in tanti possano conoscere almeno qualcuna delle sue sfumature riempie d’orgoglio chiunque lo conosca fin dal suo esordio.
«È la prima volta che propongo una canzone al festival, però facendo musica in Italia non è la prima volta che ci penso. Non avevo mai il brano adatto, questa volta sì. La difficoltà era infatti quella di cercare di presentare un pezzo che poi avrebbero potuto prendere, senza però snaturarmi. Questo brano rispondeva a tutte le mie esigenze e sono davvero felice di essere qui. Credo che questa canzone mi rispecchi totalmente. Mi chiedono sempre dove mi colloco, come mi etichetto, c’è da dire che già il fatto che abbia scritto una canzone sia con Contessa che con Pacifico, mondi agli antipodi tra loro rendono bene l’idea di come mi sento ed etichetto all’interno del mondo della musica.»
Umiltà e costanza, questo si evince dalle sue parole: «Non ho dovuto pensare questo mio pezzo, quindi non ho pensato a lui in ottica di Sanremo o Eurovision. Sarebbe molto bello, dopo la pandemia, poter dialogare con persone che non parlano la mia lingua. È una cosa che non capita spesso: è appena successo con i Maneskin ed è stato fantastico.»
Da questa mattina online anche il video di Tuo padre, mia madre, Lucia: «Se ne è occupato totalmente Francesco Lettieri. Noi abbiamo iniziato insieme e per i primi video ci confrontavamo, questa volta è stato diverso: ho deciso di lasciare il brano nelle sue mani e il risultato direi che mi ha dato ragione.»
Sulla scelta per la serata cover spiega: «Dal momento che per 4 sere canto una canzone d’amore, mi sembrava opportuno raccontare a chi non mi conosce l’altra parte di me che altrimenti non sarebbe presente al Festival. Io non canto solo canzoni d’amore. Per far questo ho subito pensato a Vinicio Capossella che ammiro: è stato da sempre un faro per me. Sono onorato e soprattutto confortato dal fatto che domani sarà al mio fianco.»
Tornando al brano invece: «La frase a cui sono più legato è “Un per cento è amore e tutto il resto è stringere i denti”. Un po’ estrema come percentuale, ma rende bene l’idea. Lucia rappresenta inoltre il mondo esterno: questi tre personaggi rappresentano la soglia al di là dell’intimità di una coppia. Una qualsiasi coppia quando intraprende un percorso di progettualità si confronta.»
Una lezione sul finale per dare un nome alle cose: «Mi spiace quando qualcuno mi collochi come genere tra i cantautori, questo perché il cantautorato non è un genere musicale. Così come dal punto di vista marxistico non esiste nessuna scena indie italiana, non qui a Sanremo. E non c’è niente di male nell’appurarlo. Quest’anno ci sono tantissimi cantautori. Mi danno come il favorito per il premio della critica. Penso che il premio della critica sia bello come qualsiasi altro riconoscimento. Per scaramanzia non lo dico, ma sono contentissimo quando qualcuno me lo dice. Al di là di tutto è un attestato di stima importante. Ciò che più conta però è attraversare questa settimana facendo del mio meglio.»