Dal 19 gennaio è di scena al Teatro Sala Umberto di Roma “Coatto unico senza intervallo”, spettacolo di Giorgio Tirabassi, scritto con Daniela Costantini, Stefano Santarelli, Loredana Scaramella e Mattia Torre.
“Coatto senza intervallo” è nato quindici anni fa. Nel 2006 ha varcato i confini cittadini e per cinque anni ha riscosso grandi successi di critica e di pubblico. I “coatti” trascorrono tutta la vita nello stesso quartiere, con gli stessi amici e nello stesso bar di sempre e anche Giorgio Tirabassi, nonostante il successo e la grande popolarità raggiunta, non ha mai smesso di essere profondamente “dentro” la sua città dando, da solo in palcoscenico, vita e voce a molteplici personaggi: da “Arcangelo”, truffatore fiscale di quartiere arrogante e strafottente, a “Nello” e “Rufetto” due maldestri ed esilaranti rapinatori; dallo “Spacciatore Rap” alle prese con la crisi economica e con un “cliente” in continua penuria monetaria, ai due amici del bar, spettatori e commentatori qualunquisti di una rapina andata male. Lo spettacolo ha conservato lo stesso spirito e la stessa irresistibile e divertente freschezza degli esordi in una continuità di tempo durata quindici anni. La città è Roma, ma potrebbe essere qualunque grosso centro o cittadina con relativa periferia, con tutto quello che la periferia può ospitare. Per la circostanza, in questo percorso musicale, che fa da contrappunto a tutto lo spettacolo, Giorgio Tirabassi sarà accompagnato sulla scena da Daniele Ercoli al Contrabasso e Giovanni Lo Cascio alle Percussioni.
Forse non tutti lo sanno ma Giorgio Tirabassi è uno straordinario musicista oltre che bravissimo attore e interprete di fortunate serie televisive e di film altrettanto belli appartenenti ad un panorama underground. Questo spettacolo colpisce particolarmente per l’ amore che l’ attore ci mette e la passione per le cose che dice, ovviamente accompagnato da due bravissimi musicisti grazie ai quali si può portare lo spettatore a trascorrere una serata davvero piacevole. Si potrebbe facilmente pensare che questo sia uno spettacolo che solo i romani possono ben capire, beh questo è in parte vero ma anche no, ossia la bravura sta proprio nell’ armonizzare un linguaggio e un vissuto da “coatto” con personaggi esilaranti e comici all’ ennesima potenza e quindi, sfruttando un linguaggio universale. Bravi tutti!