Arrivare sul palco dell’Estathé Market Sound di Milano dopo il guru della dance contemporanea Claudio Coccoluto non è sicuramente un passo facile. Soprattutto se considerato che il dj di Gaeta di anni ne ha 52 mentre Giorgio Moroder, il mitico produttore della dance anni 70 ospite del festival milanese, quest’anno di anni ne fa 75. Se Coccoluto può accarezzare dischi e ricordi relativamente recenti e far saltare la folla con ritmi contemporanei, a Moroder è lasciato il compito di confermare la sua leggenda. E il produttore della val Gardena espatriato in Germania per sperimentare (e in Usa poi per essere inseguito dalla Hollywood che conta) non delude.
Non si capisce se le interruzioni e i “tronchi” brutali a gioielli come I Feel Love e Take My Breath Away dal suo turntable siano intenzionali o frutto di una formazione vintage che prestava poca attenzione al fading e più dedizione alla sostanza della setlist. Ma Moroder, complice il rilancio dei Daft Punk del 2013 con Giorgio By Moroder, è troppo sicuro del suo status per sbagliare colpi. Non teme il tempo e incita a battere le mani come un ventenne qualunque da un palco immenso che ha visto di recente esibirsi teen idol come Nicki Minaj e The Kolors. Non è facile descrivere l’atmosfera che le sue canzoni suscitano: si assite all’epifania del mito svelata dal mito stesso, che a volte introduce con ironica “sottrazione” dei capolavori che hanno cambiato per sempre la vita di musicisti e ascoltatori.
In più di un’occasione li mixa a successi recenti che non gli competono, quasi a sottolinearne la “genia” o forse, a esaltarne la banalità a confronto dei suoi. In alcuni passaggi si percepisce anche la volontà goliardica della rivisitazione scanzonata di episodi controversi (Notti Magiche è il guilty pleasure degli anni 90 che tutti ricantano sorridendo). Moroder non si sarebbe certo immaginato di essere al centro di un palco del genere negli anni 80 quando vinceva gli Oscar, e il suo ultimo disco DéJàVu è sicuramente un figlio degno del suo savoir faire dal sapore elettronico che trascende i trend. I featuring con Sia, Kylie e Britney aggiungono più alla sua leggenda che all’edonismo sfrenato delle stelle che li animano. E questo succede nella storia della musica in rarissimi casi, quando il produttore, il deus ex machina, ha una personalità più imponente di tutte le celebrità di cui si è circondato.
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