Giorgia live con la seconda parte del Blu Tour
Mantova, 18 novembre 2023. Le luci del PalaUnical si spengono alle 21 esatte, poi, nel giro di qualche secondo, tutto si colora di Blu. Giorgia sale sul palco senza i canonici 15 minuti d’attesa, presentandosi così com’è, come è sempre stata: «Sono io fra tanti […] ti darò tutto di me».
Un inizio che ha il sapore di una dolce promessa, un’urgenza di recuperare tutti gli abbracci del pubblico. La musica continua e la voce inconfondibile dell’artista romana riempie ogni singolo spazio. Sceglie di presentare uno dei brani del suo ultimo album inserendolo tra i primi in scaletta. “Normale” ricorda a tutti i presenti che dagli ultimi inediti son trascorsi sette anni. In un mondo che ci ha abituati alla velocità, sapere che non tutti si piegano alle logiche del mercato ha un sapore d’antico che arricchisce considerevolmente il qui ed ora, trasformandolo in un non solo ora, non solo qui.
A sostegno di questa atemporalità, Giorgia regala al suo pubblico un brano – colonna sonora di un meraviglioso film e non solo: davvero “Gocce di memoria” ha appena compiuto vent’anni?
Poi, ecco che la cantante si prende una pausa: «Abbiamo vissuto e stiamo vivendo un momento storico difficilissimo, ma credo sia quello che accade in momenti come quello di stasera, quando attraverso la musica riusciamo a condividere le stesse emozioni, a darci speranza. La musica ci unisce tutti e ci fa capire che è possibile stare insieme.» Una riflessione semplice, diretta, nessuna retorica. Giorgia continua a parlare attraverso la musica, preferendo altri tipi di “Parole dette male”. Lascia che siano i brani a far da sottofondo alle emozioni di chi ha scelto di regalarsi una serata nel suo universo. A volte, infatti, per restare umani abbiamo bisogno di guardare le stelle, alzando lo sguardo. E questo tour indubbiamente regala questa possibilità.
Un live raffinato, sonorità che partono dalle radici di Giorgia, dalle sue origini soul ed R&B, ma che grazie a un lavoro di produzione oculato e innovativo (merito in primis di Big Fish) si sposa perfettamente con il presente.
Dopo oltre 40 minuti senza alcuna interruzione arriva un cambio d’abito. Sul palco però la musica continua grazie alla formazione inedita di questo tour. Troviamo Diana Winter (voce e chitarra), Andrea Faustini (voce), Andrea Rigonat (chitarre), Fabio Visocchi (tastiere), Gianluca Ballarin (piano, tastiere e programming), Mylious Johnson (batteria) e Sonny T (basso, chitarra e direzione musicale). Pochi minuti e rieccola, carica più che mai: uno spirito libero.
Delicato quanto necessario un secondo momento di assoluta intimità col pubblico in cui Giorgia reinterpreta “L’eternità” e “Per fare a meno di te” con Andrea Rigonat e Diana Winter. Subito dopo Andrea Faustini prende il posto del chitarrista. «Il brano che stiamo per cantare si intitola “Posso Farcela” e la dedico a tutti noi, ora più che mai.»
Il palazzetto e tutti i musicisti si ritrovano poi a ballare sulle note di “I Wanna Dance With Somebody” (Whitney Houston avrà sicuramente approvato da lassù) e di “Toxic” (altro brano che quest’anno ha compiuto vent’anni!).
Dopo la meravigliosa reinterpretazione di “Di Sole e d’azzurro” (brano che detiene quasi un primato per complessità vocale ma che non manca mai ai suoi concerti), si torna a saltare grazie a “Don’t Stop the Music” di Rihanna.
Due ore più tardi senza nessun altro intermezzo, dopo essere uscita e rientrata per il classico bis, la cantante chiede: «Non vi sembra manchi qualcosa? – tutti restano in attesa. – Però cantate voi che io sono stanca.» Giorgia sorride e dirige i fan nell’intramontabile “Come saprei”. Il pubblico sbaglia. Anzi no, non è corretto: il pubblico si emoziona. «Siete riusciti a cantare il ritornello sulla strofa: c’è della genialità in tutto questo, in tutti voi!» Sorride di nuovo. Si riparte, questa volta dalla seconda strofa.
Chissà se la cantante romana ha davvero consapevolezza di cosa abbia significato per un pubblico timido come quello mantovano questo concerto. Tre generazioni riunite grazie alla sua voce. Chissà se Giorgia ha capito che, se molte canzoni non son state cantate a squarciagola è perché in platea e sulle tribune tutti volevano godere della sua estensione vocale che non delude ma stupisce, come fosse una continua prima volta. Un prima volta, dopo oltre trent’anni. Chissà se Giorgia ha fatto caso al piccolo miracolo che è avvenuto al suo concerto: di smartphone per video e foto ce ne son stati pochi, il tempo di conservare anche nelle varie memorie artificiali per alcuni secondi il suono della sua voce. Tutto il resto però, non si può fermare lì. E questo perché non è affatto tutto lì. Lo avevamo già detto e questa meravigliosa serata ricca di musica non han fatto altro che confermarlo: non è solo tutto ora, non è solo tutto qui.