Venerdì 7 maggio, in uscita in fisico e in digitale il nuovo album di inediti di GionnyScandal dal titolo Anti. Il disco, per Virgin Records (Universal Music Italy), segna l’approdo dell’artista nel mondo musicale del pop-punk e sarà disponibile in versione cd standard, versione cd autografata esclusiva su Amazon e in specialissima deluxe edition (cd, felpa, plettro).
Dopo l’uscita di Salvami e Coca & Whisky, con Anti, GionnyScandal intende lanciare un messaggio di libertà: essere come si vuole, amare qualsiasi sesso ed essere di qualsiasi sesso senza ipocrisie di sorta, mostrarsi agli altri per quello che veramente si è. Anche nella copertina del disco l’artista si mostra nudo accompagnato soltanto dalla sua fedele chitarra.
L’album contiene 14 brani tra le quali spicca un featuring con Pierre Bouvier, il cantante dei Simple Plan: Che ne sai te, Giorni tristi, Demoni, 3e33, Desirèe, Nicotina (feat.Pierre Bouvier), Killer, Mostro sotto al letto, Nuvole, Ballo con il Diavolo, Prossima fermata tu, Coca e Whisky, Salvami, Anestesia.
Ecco come GionnyScandal presenta il suo album alla conferenza stampa: «In questo disco sono finalmente io, ho raggiunto una nuova maturità e consapevolezza del mio essere artista, sono libero da ansie, paranoie, inutili paure. Ora quando sono in uno studio di registrazione sono felice della musica che sto facendo, non che prima non lo fossi, ma la mia vera identità è sempre stata questa. Mi mancava suonare la chitarra distorta, mi mancava scrivere senza filtri. GionnyScandal, quello autentico, è questo. Ho sentito prepotente in me la forza per sdoganare questo messaggio di libertà e spero di riportare in auge il genere musicale pop-punk che in Italia si è un po’ esaurito alla fine degli anni ‘90. Per quanto riguarda la collaborazione con Pierre Bouvier, ho coronato il sogno della mia vita. Come fare per mettermi in contatto con lui? Ho pensato di inviargli un messaggio su Instagram, avendo 0 speranze. Invece, trascorsi una ventina di giorni, ecco che mi risponde: “Sì, facciamolo!”. È stato come vincere il Superenalotto! Ho chiamato i miei amici che stentavano a crederci, anche loro. Mi ha inviato il suo numero di telefono privato ed io ero fuori di me. Gli ho inviato gli accordi e il ritornello del brano e dopo altri venti giorni mi ha spedito la registrazione delle parti cantate da lui con il messaggio: “Grazie per avermi voluto nel tuo disco”. Ancora oggi non ci posso credere. Incornicerò questo messaggio che mi ha inviato su whatsApp!».
C’è un file rouge che lega i 14 brani tra loro?
«Non credo e non ho scritto con questo intento. Ogni traccia è a se stante e non c’è una continuità. Avrei forse potuto farlo ma non era questa la mia intenzione, proprio perché volevo essere libero da ogni condizionamento”.
Questo album è molto diverso dalla tua musica precedente dove dominava il black mood. La causa è da attribuirsi ad una crescita emotiva?
«No, non credo. Non ero più soddisfatto della musica che facevo. Mi sono accorto che volevo stare meglio con me stesso e non fare musica solo per “venderla”. Ho cercato in questo album di essere libero e di fare soltanto la musica che volevo fare. L’obiettivo infatti di questo album non riguarda le classifiche o le copie vendute. Non mi interessano più queste cose. Voglio riportare il pop-punk in Italia. Voglio che i ragazzini comprino una chitarra o una batteria senza prendere in giro gli omosessuali che si baciano su una panchina. Per questo nella versione deluxe c’è un plettro».
Cosa ne pensi della polemica su Fedez e del Ddl Zan?
«Si sa che sono d’accordo, è stato sempre chiaro il mio pensiero».
Ci spieghi un po’ la copertina dell’album?
«Doveva essere iconica. Ho posato nudo con la mia chitarra. Gli armadietti del college americano sullo sfondo, che prendono fuoco rappresentano un simbolo di libertà e non contro l’istituzione scuola, ovviamente».
Anti, secondo te segue le mode o è fuori moda?
«Quasi sicuramente fuori moda perché non segue la logica del mercato attuale ma è sicuramente di modo per chi apprezza il genere».
Quanto “paga” staccarti da un gruppo di riferimento?
«Non lo so. Non posso rispondere ora ma tra qualche mese. Mi auguro che questo mio “coraggio”, se lo vogliamo definire così, venga capito dagli ascoltatori».
Quando scrivi pensi ai giovanissimi a cui la tua musica piace? Vuoi dare loro un messaggio?
«No. L’educazione non la deve dare un artista ma i genitori e la scuola. Non penso ai ragazzi che ascolteranno la mia musica. Ripeto: voglio essere libero da ogni condizionamento, non voglio filtri o censure. Voglio scrivere quello che mi pare. Voglio essere me stesso».
Hai dei luoghi in particolare dove ti piacerebbe fare i live?
«L’Alcatraz a Milano e vorrei tanto invitare Pierre Bouvier sul palco. Sarebbe fantastico. Io lì ho seguito un concerto dei Simple Plan».
La libertà di genere a poco a poco sta venendo fuori es. Madame e i Maneskin vincitori dell’ultimo Sanremo. Che ne pensi?
«Penso che sia un anno buono, anche per la mia musica. I fan mi mandano le loro versioni di Salvami, mi fanno domande sui generi musicali e spero di appassionarli a costruirsi una loro cultura musicale».
Pensi di esserti evoluto a livello di scrittura dei tuoi brani?
«Non credo, la scrittura è rimasta la stessa. È cambiata soltanto, forse, la linea melodica».
Vorresti sperimentare altre forme artistiche oltre la musica?
«Da piccolo disegnavo benissimo, soprattutto Dragon Ball. Anche mio zio dipinge».
Perché è scomparso il punk rock in Italia e come si potrà riportarlo in auge?
«Le nuove generazioni si sentono ribelli con il trap, forse perché non hanno conosciuto il punk. Quindi il tutto sta nel concetto stesso di ribellione. Non so come attualizzare il punk. So che quest’album l’ho curato nei minimi dettagli e spero che arrivi a più gente possibile senza perdere per strada i miei fan abituali».
GionnyScandal tornerà live nel 2022. Ecco le prime due date: 10 febbraio Alcatraz di Milano e 11 febbraio Hiroshima Mon Amour di Torino