Per Giovanni Sada, conosciuto da molti come Giò Sada o Giosada, sta per concludersi un anno davvero ricco e fortunato, in cui l’abbiamo visto impegnato anche in un progetto per il cinema. Il giovane cantautore e musicista, vincitore nel 2015 della nona edizione di X Factor, ha pubblicato lo scorso settembre “Volando al contrario”, il suo primo album in studio. Da qualche giorno ha iniziato il tour promozionale del suo nuovo progetto discografico che lo vedrà in giro per diverse città italiane. Tra i suoi impegni anche il cinema, in questi giorni è in distribuzione nelle sale cinematografiche il film di animazione “Rock dog”, in cui Giò interpreta la versione italiana dei brani della colonna sonora. Lo abbiamo intervistato a Sorrento nell’ambito delle Giornate Professionali di Cinema.
È in distribuzione nelle sale il film di animazione “Rock dog”, in cui interpreti la versione italiana dei brani originali della colonna sonora. Parlaci di questa esperienza per il cinema.
«Ero con mia nipote a guardare dei cartoni animati ed ho pensato che sarebbe stato carino partecipare ad un progetto del genere. Dopo poco è arrivata la proposta ed ho accettato subito senza esitare. La storia è molto affine alla mia ed è un film che mi fa molto piacere divulgare. Il protagonista in qualche modo vive il mio stesso sogno, quello di suonare, di emozionarsi con la musica e non con l’obiettivo di diventare una rockstar».
Cosa ti aspetti dal 2017?
«Mi aspetto di suonare sempre di più, in particolar modo dal vivo poiché è la cosa più vera che c’è. Il palco è per me una fonte di ricarica. È importante condividere sempre di più questo progetto, poi, che sia in posti grandi o piccoli, non fa differenza. Non condivido chi sostiene che avendo vinto X Factor ho raggiunto il top e quindi devo continuare su questa strada. Sono scelte o strategie che non mi appartengono. Anche il successo per me è una cosa vecchia, superata. Mi auguro che in futuro ci sia più unione tra gli artisti e meno chiusura mentale di chi si chiude in una nicchia perché si crede più figo degli altri».
Molti brani del tuo album “Volando al contrario” sono stati realizzati prima di partecipare ad X Factor e rispecchiano molto questa tua natura di andare contro corrente.
«Finché trovano gente plasmabile ci riescono, quando non la trovano comincia il loro problema. C’è un mondo che funziona sulle vendite, ed è brutto e sconfortante fare qualcosa che si amiamo solo per il fatto di far guadagnare te e qualcun altro. Questa è una situazione che si ripropone in tutti gli ambienti, non solo in quello musicale, ma io non sono d’accordo. Questo è stato un dei motivi per cui ho partecipato ad X Factor, perché da una piattaforma come quella, dove tutti si aspettano da te tutt’altro ho voluto puntare dall’altro lato, questo per invogliare anche chi ha seguito la mia storia più da vicino a credere che tutto sia possibile. A sfatare il mito della rockstar. Può essere bello per i primi anni sentirsi importanti, al centro del mondo, ma se la cosa continua, si rischia di morire sia artisticamente, sia nell’anima, non senti più nulla. Non sei più libero di uscire per strada, di condurre una vita come tutti gli altri, quindi inizi ad avere delle difficoltà anche sui testi da scrivere. Perché non vivi più. Un musicista ha bisogno di avere un rapporto con la strada, con la gente».
Sei un tipo social?
«Con i social ho un po’ di problemi perché credo che ci siano molti fraintendimenti. Poi, non sopporto questa voglia di scrivere la propria opinione. Preferisco stare per strada dove non c’è la barriera virtuale. Certe cose che si scrivono sul web, per strada non si direbbero mai, perché si ha il timore di esprimere quel giudizio dal vivo. Mi reputo una persona semplice, normale ,che frequenta i soliti posti e i soliti amici. Ho sempre desiderato fin da bambino di sentirmi in una comunità, essere sicuro che le persone che fanno parte della mia vita siano al mio fianco sperando nel mio bene e non il contrario».
Da qualche giorno è iniziato anche il tuo nuovo tour …
«Sì, una bella esperienza live che mi porterà in vari club e teatri d’Italia. Abbiamo lavorato molto sui pezzi, sulla qualità musicale di quello che vogliamo proporre. La scenografia – oltre a riprodurre una serranda, la stessa dove con gli amici ci fermiamo la sera a fare quattro chiacchiere – in questo contesto musicale live che abbiamo creato, la fa la band. Ci piace far concentrare l’attenzione sulla musica e non sulla particolarità delle luci o di effetti scenici particolari. Al momento le date confermate sono il 10 dicembre a Bari, il 15 a Torino, il 16 a Firenze e il 17 a Senigallia».