Con il nuovo album Del blue (ed altre essenze)”, prodotto da Aspro Cuore, Gio Cristiano ha voluto rappresentare il suo ritorno al sound mediterraneo, da sempre ammaliato dalla grande produzione musicale mediterranea ed in particolare partenopea. Con la sua musica, rimescola le sperimentazioni soul-gospel-jazz con la grande tradizione melodica partenopea, e l’universo armonico della tradizione jazzistica afro-mediterranea. Nel suo nuovo progetto emergono, tra le sei composizioni strumentali, anche due canzoni d’autore scritte ed interpretate dallo stesso Gio Cristiano con la sua voce profonda da crooner mediterraneo. Ascoltando gli otto brani che compongono l’album, la parola sussurrata diventa storia e racconto, il canto appena accennato diventa emozione e colore, in costante dialogo con le melodie suadenti della chitarra elettrica.
Gio Cristiano, chitarrista e compositore partenopeo, parlaci di te.
Ho scritto tanta musica strumentale, per la prima volta con questo nuovo disco, pubblico del materiale cantautorale. Pur avendo studiato e suonato musica afroamericana per tanti anni, non ho mai pensato di poter fare a meno delle mie radici mediterranee.
Il sound mediterraneo è nel nostro dna, ed è uno stile che si adatta a varie contaminazioni. Da dove è partita l’intuizione di unire al genere mediterraneo, altre forme musicali tipo, rock, Jazz e Pop?
In realtà chi viene da queste parti è fortunato, io ho soltanto seguito un sentiero tracciato da grandi innovatori come: Renato Carosone, Napoli Centrale, Pino Daniele.
Ascoltando i tuoi brani ho avuto la sensazione di percepire melodie soavi che si sovrappongono a ritmiche dai toni marcati, nel cui interno si ascoltano marcati fraseggi Jazz, quale vuole essere il tuo racconto? Cosa intendi trasmettere con i tuoi brani, e soprattutto con tante contaminazioni?
Ogni brano racconta una storia, anche quando non ci sono parole. Per come la vedo io la musica ha molteplici significati. Il senso di un brano cambia da persona a persona, e cambia per la stessa persona nel tempo.
Oltre a brani musicali, hai inserito dei testi cantati, non ti è bastata soltanto la musica per raccontare?
Avevo semplicemente delle cose da dire che necessitavano di un linguaggio più intellegibile. A volte fa piacere essere compresi!
Nel tuo album: “Del blue (ed altre essenze)” si ritrova anche il tango, musica passionale come quella mediterranea, insomma tocchi vari generi, e debbo dire ben amalgamati tra loro, e un sound originale, a cosa ti ispiri quando componi? Quali sono gli spazi di cui hai bisogno per le tue ricerche?
Quando compongo cerco di seguire percorsi irrazionali, comincio a suonare e non mi chiedo sulla. Se quello che esce mi suggerisce delle immagini allora registro e poi dopo ci lavoro su. Di solito compongo quando sono al mio studio (Aspro Cuore Recording) e non c’è viavai di musicisti.
Nel titolo dell’album, citi “…altre essenze”. Negli otto brani, (sei strumentali e due canzoni: Ddoje parole blues e Sirena) che tipo di profumazione hai ricercato?
Nella musica e nella vita cerco l’essenza delle cose, non amo molto le sofisticazioni. Una chitarra, qualche pedale ed un buon amplificatore valvolare mi bastano. Suoni analogici e la freschezza di brani suonati in studio come dal vivo.
Per il lancio di “Del blue (ed altre essenze)”, oltre alle piattaforme di streaming digitali, è prevista una programmazione live?
Si, è nel concerto che si completa il rituale della musica. È sul palco che tutto viene rievocato e cambia di significato ad ogni concerto.