Comico, attore, opinionista, sceneggiatore, show man. Una lunga carriera artistica, fatta di parodie, di risate, di comicità raffinata ed elegante. Parliamo di Gino Rivieccio, tifosissimo del Napoli, laureato in legge, napoletano doc. Impegnato, da sempre nel sociale, Rivieccio ha molto a cuore la questione della terra dei fuochi. A tal proposito, ha scritto anche un capitolo del libro “Campania Terra di Veleni”, del Prof. Antonio Giordano. Attualmente in giro per i teatri italiani in scena con Sandra Milo in “Mamma ieri mi sposo”, l’attore napoletano, alla soglia dei suoi 60 anni appena compiuti, sta scrivendo la sceneggiatura di un film e sogna di portare in scena Eduardo De Filippo per i suoi 40 anni di carriera. Lo incontriamo per una piacevole intervista che ci concede con la disponibilità e la simpatia che da sempre lo contraddistinguono.
Attualmente sei a teatro come “figlio” di Sandra Milo…
«Sì, da gennaio stiamo girando l’Italia con “Mamma ieri mi sposo”, una commedia tratta dall’originale “Twixt” di Clive Exton degli anni ’90, riscritta da Carlo Alighiero e Gustavo Verde, nella quale recito insieme a Sandra Milo, nelle vesti di mia madre, Marina Suma, Fanny Cadeo ed Ettore Massa, per la regia di Patrick Rossi Gastaldi che è un veterano ed uno specialista di questo tipo di lavori. Saremo a Roma fino al 25 marzo al Teatro Manzoni».
Raccontaci un po’ la trama…
«Si tratta di una commedia molto divertente ricca di colpi di scena, bugie e sorprese. Una storia dove interpreto un 50enne che deve nascondere alla mamma che ha una moglie – con questa mamma troppo gelosa e possessiva – e alla moglie che ha ancora una mamma. Si ritroveranno tutte in un cottage, insieme alla segretaria che scopre che sua moglie ha una relazione con il suo socio e ne viene fuori un intreccio nel quale il pubblico si diverte e segue la trama. Uno spettacolo prettamente leggero che fa emergere questa icona del cinema e del teatro che è Sandra Milo che, con i suoi 85 anni festeggiati qualche giorno fa, trasmette un’energia ed una immensa passione per questo lavoro, una voglia forte di stare in scena che – considerando la sua storia e la sua età – è veramente straordinario ed invidiabile. Un bel lavoro. Una bella compagnia, un forte affiatamento».
Verrai anche nella tua città con questo spettacolo?
«A Napoli spero di arrivarci la prossima stagione. Non ci siamo stati quest’anno, perché sono stato a Napoli al teatro Diana con un mio altro spettacolo che si chiama “Cavalli di ritorno”. Il prossimo anno di sicuro saremo a Napoli ma non so ancora in quale teatro. Saremo in Campania nel mese di aprile, a Salerno, a Grumo Nevano, a Pagani, a Torre Annunziata. Insomma, faremo un po’ di provincia ed la prossima stagione saremo a Napoli città».
Altri progetti?
«Mi sto preparando per partecipare al Teatro Festival di Ruggero Cappuccio. Il 20 e 21 giugno sarò impegnato con “Fuoriscena” un testo di Fortunato Calvino. Sarà anche un’occasione per ritrovare un tipo di teatro diverso, con questo testo molto impegnato ed impegnativo che Calvino ha scritto qualche tempo fa e che mi è piaciuto molto. Ed è anche un motivo per tornare al Festival dal quale manco dal 2009 e che, allora, si faceva – per alcuni spettacoli, tra cui il mio – nella Villa Comunale di Napoli».
È nota a tutti la tua fede calcistica per il Napoli. Ti vediamo spesso come opinionista e come imitatore di Sarri. Cosa pensa il Mister Azzurro di queste tue parodie?
«Con Maurizio Sarri ci conosciamo personalmente. Ci siamo visti al ritiro a Dimaro ed abbiamo avuto modo di conoscerci meglio. Sarri è un personaggio molto intelligente, un personaggio straordinario imitabile anche per questo! Si imitano persone che hanno qualcosa da dire, da raccontare. Poi tra noi c’è anche una certa somiglianza fisica (aggiunge divertito, ndr). Da toscano, non avendo peli sulla lingua, qualche volta si fa scappare qualche parola di troppo dovuta anche al nervosismo e alle tensioni del momento. Per quanto riguarda il suo operato è inattaccabile, è un grande allenatore che ha dato tantissimo a questa città e a questa squadra. Ed indipendentemente da come finirà, dobbiamo solo dirgli grazie per quello che ci ha fatto vedere in questi anni».
Per scaramanzia non nominerò quella parola… ma è l’anno giusto per il Napoli?
«Vorrei che lo fosse ma non dipende più da noi! Perché il nostro campionato lo stiamo facendo e continueremo a farlo. Il problema è che abbiamo di fronte una Juventus che non perde colpi. In un altro campionato “più normale”, il Napoli sarebbe primo assoluto con già mezzo scudetto in tasca. Ma con questa Juve, pronostici non ne possiamo fare. Il Napoli sta facendo bene e dobbiamo solo sperare in qualche passo falso della diretta concorrente».
Parlando di calcio e di Napoli, non possiamo non ricordare Luigi Necco, tuo amico, recentemente scomparso. Che ricordi hai di questo grande personaggio?
«Grandissimo personaggio! Riduttivo definirlo un giornalista. Necco è stato un maestro di giornalismo, ma anche un antropologo, un archeologo, uno scrittore, uno studioso, un romanziere, un conoscitore di Napoli. Un uomo intelligente, di grandissima cultura che metteva una forte passione in tutto ciò che faceva. Ma soprattutto riusciva a sdrammatizzare il calcio. È vero che, allora, era un altro calcio. Ma il calcio ha bisogno di quel sorriso e quell’ironia garbata che Luigi Necco aveva nei suoi commenti sempre graffianti e diretti ma fatti con una leggerezza che solo lui aveva. Questo calcio avrebbe ancora bisogna di personaggi come Luigi Necco. Ne ho un grande ricordo, anche personale, perché con lui perché ci siamo visti spessissimo ai miei spettacoli. Sempre con grande affetto e stima reciproca, ci siamo incontrati molte volte per il calcio, l’ultima volta a Dimaro, in ritiro per il Napoli, dove abbiamo pranzato insieme mangiando una bella tagliatella con i funghi e davanti alla quale, con mio stupore, mi disse che sarebbe ripartito poco dopo per Napoli e da solo in auto avrebbe percorso 800 chilometri».
Oltre agli impegni della tua carriera di comico, so che ti occupi molto anche di questioni sociali. Ed hai scritto anche un capitolo di un libro sulla terra dei fuochi…
«Quando posso e se la questione lo merita, dedico molta attenzione al sociale. Credo, del resto, che chi ha un ruolo come il nostro, quello di attore, di personaggio, che si rivolge ad un vasto pubblico, deve usare questo mezzo di comunicazione anche per focalizzare l’attenzione su queste tematiche così serie ed importanti. Soprattutto se riguardano la tua terra, le persone a te vicine. Non puoi dire “La questione non mi riguarda, io abito al terzo piano e la questione è del piano terra!” Scusa la mia metafora, ma è per indicare che questa vicenda riguarda molti aspetti del nostro territorio, che non ci sono zone franche, riguarda tutti. E non si può sorvolare su problematiche così importanti. Bisogna prendere coscienza di questa cosa e devi poter dire sia quando le cose vanno bene ced anche quando non vanno».
Una grande carriera la tua, fatta di televisione, teatro, parodie eccetera. Hai ancora qualche sogno nel cassetto?
«Il cinema (risponde a bruciapelo, ndr). Sto scrivendo una sceneggiatura insieme a Gustavo Verde, che vorrei ambientare a Caserta, ma è tutto ancora da definire. Ma spero sia davvero la volta buona. Di sogni nel cassetto, ne ho ancora tanti, ma spesso, per l’età, mi distraggo e perdo la chiave! Ma dovendoli tirar fuori, restano questi i sogni. Un film e recitare Eduardo in Teatro. Durante la mia carriera artistica Eduardo è stato sempre presente. In ogni spettacolo dedico sempre una battuta a questo grande maestro. E nel mio 60esimo anno di età, mi sento pronto a poterlo interpretare. Il prossimo anno, nel 2019, festeggerò i miei 40 anni di carriera artistica e mi piacerebbe preparare uno spettacolo dedicato ad Eduardo De Filippo. Sarebbe il coronamento di un sogno».