Di recente si è conclusa con grande successo la rassegna “Parole e musica in cortile. Afflato napoletano”, rassegna proposta dalla Banca di Credito Popolare. L’evento è stato curato sotto la direzione artistica di Gigi Di Luca, creatore negli ultimi anni di festival di respiro nazionali ed internazionali, che hanno la capacità di saper coniugare cultura e turismo, valorizzando le bellezze architettoniche, paesaggistiche e storiche della Campania. Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Gigi Di Luca, il quale oltre a parlarci di quest’ultima rassegna, ci ha anticipato i suoi prossimi progetti, da non perdere, che ci terranno compagnia nei prossimi mesi a venire.
La rassegna “Parole e musica in cortile. Afflato napoletano” ha dato il via a quattro eventi nella sede del Palazzo Vallelonga della Banca di Credito Popolare, festeggiando per l’occasione anche i suoi 135 anni di attività. Come e quando è nata l’idea di realizzare questa mini kermesse gratuita per il pubblico?
«La collaborazione con la Banca di Credito Popolare era già attiva da diversi anni e nel 2019 abbiamo già realizzato una rassegna nel cortile di Palazzo Vallelonga, poi il COVID e i lavori di ristrutturazione del palazzo hanno impedito che si continuasse. Ritengo molto importante e meritevole che la Banca sostenga questo tipo di iniziative. Il riscontro del pubblico è stato altissimo e ringrazio Mario Ascione e la Banca di Credito Popolare che hanno accolto l’idea di dare continuità a percorsi culturali».
Gli spettacoli andati in scena e con notevole successo di pubblico sono: “Passione” con Marco Zurzolo e Maurizio De Giovanni, il concerto della cantautrice Flo con “Canzoni di Sale” e “Appassionata” con l’attrice Cristina Donadio e “Sottovoce”, un omaggio a Raffaele Viviani di e con Ernesto Lama. Dei quattro spettacoli, quali momenti ti hanno colpito ed emozionato particolarmente?
«Afflato napoletano è il sottotitolo di Parole e Musica in Cortile ed in qualche modo è il tema su cui io ho immaginato potessero starci tutti gli artisti. Per cui ogni serata ha avuto una storia a sé, declinando Napoli nelle sue sfaccettature. La serata Passione con Maurizio De Giovanni è stata la narrazione, l’esperienza, la conoscenza di ciò che ha dato vita a tante canzoni napoletane. Quindi, ha permesso di conoscere le storie che stanno dietro alle canzoni dei poeti e scrittori. È stato uno spettacolo portato avanti con grande garbo da De Giovanni, Marco Zurzolo e gli altri artisti.
La cantautrice Flo è stata la scoperta del pubblico, il suo splendido concerto Canzoni di Sale sulla canzone d’autore, con Napoli che diventa crocevia di culture. Flo ha spaziato dal Sud America al Portogallo e percorrendo le sponde del Mediterraneo, porgendo con leggerezza la sua canzone, la sua vocalità al pubblico presente. Lo spettacolo Appassionata da me diretto, ha affrontato il tema sulle donne. Uno spettacolo che ha trasmesso forti emozioni. Ho innescato un meccanismo continuo di narrazione tra musiche e parole, costruendo una regia, scegliendo i testi e le musiche per dare voce a storie importanti, parlando di desideri e di ciò che è stato negato alla donna. Hanno collaborato con me i musicisti Mario Crispi, Francesco Savoretti, Giovanni Seneca e l’attrice Cristina Donadio che è stata splendida interprete di questa cifra stilistica da me costruita. L’ultimo spettacolo Sottovoce, omaggio a Raffaele Viviani, rappresenta la voce del popolo, degli operai, dei disoccupati, dei marinai, degli zingari del quartiere, del vicolo. Lo spettacolo con Ernesto Lama protagonista ha dato spazio alla musica. Devo dire che sono state quattro serate di successo con un pubblico che si rinnovava ogni serata. E si pensa già al futuro di questa rassegna per il 2024».
Qual è il segreto del successo dei sui Festival?
«La mia linea di intervento è sempre quella di portare il pubblico a vivere delle esperienze collettive che sono date dal luogo, dalla suggestione, e a volte penso prima al luogo e poi al programma dei concerti. Il binomio cultura turismo è un binomio che porto avanti da trent’anni. L’arte diventa attrattore di un pubblico trasversale che mi segue, qualsiasi sia la proposta che gli venga fatta: il Festival Jazz, Divino Jazz, il Festival Ethnos o il Festival del Mare. Tutti i miei festival hanno un grande seguito perché ho creato un rapporto di alta qualità e di fiducia. E il pubblico che mi segue sa di trovare qualcosa di interessante».
Quali saranno i prossimi progetti?
«I nostri appuntamenti a cui mi dedicherò saranno il Festival Ethnos che si terrà il mese di settembre in tutti i comuni dell’area vesuviana, un festival che vedrà la ventottesima edizione con il suo taglio storico di artisti internazionali, di giovani proposte con il Contest Ethnos Generazioni ed anche con la danza e il teatro. È un festival ormai consolidato molto atteso, sostenuto dal Ministero della Cultura, e il programma uscirà nelle prossime settimane. Sarà un programma che alternerà momenti di conoscenza con l’artista, degli assoli, a momenti di fruibilità ritmica ed energia, abbinati a laboratori, discussioni, visite guidate e varie performance. Ethnos è un’esperienza, non è solo un festival di musica. A dicembre ci sarà la diciassettesima edizione del Divino Jazz Festival, un evento che si è classificato al terzo posto nella graduatoria regionale degli itinerari turistici dei POC e vedrà insieme in partenariato il Comune di Ercolano, con il Comune di Torre del Greco, di Torre Annunziata, di Pompei, di Boscoreale e di Boscotrecase. Ho voluto mettere insieme questo partenariato che si era attivato negli scorsi anni per dare forza anche alla via archeologica e storica del territorio».