Venerdì 7 febbraio, Mydreams & A.S.C.I. (Associazione Scuola Cinema Italiana) hanno presentato presso la sede dell’A.S.C.I (sita in piazza Trieste e Trento, 48 Napoli) “In un Battito d’Ali”, il romanzo d’esordio di Gianni Milano. Ha moderato l’incontro la giornalista Virginia Maresca – direttrice responsabile di Mydreams. Presente l’autore Gianni Milano, classe ‘69, napoletano di nascita, romano di adozione. Ingegnere, divulgatore scientifico, autore e conduttore televisivo, Gianni Milano, lavora per la Rai dal 2004. Ha realizzato numerosi documentari sul mare, sulla natura e sul territorio, circa cinquecento puntate tra rubriche, servizi e conduzione di programmi televisivi. Nel 2008 ha pubblicato per conto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare la guida ”Gianni Milano alla scoperta delle ventisei aree marine protette italiane’‘. Il 3 dicembre del 2013 ha pubblicato per nane EDIZIONI il suo primo romanzo intitolato In un Battito d’ali.
In un battito d’ali è una storia d’amore, un inno alla vita, un viaggio, in un microcosmo diversamente animale, sulle tracce di un bruco nero peloso alla ricerca del suo grande amore, una farfalla dai mille colori. Un romanzo in cui, il susseguirsi di incontri ed esperienze lungo un percorso tortuoso, inviterà il lettore a riflettere sul proprio percorso esistenziale, sull’importanza delle scelte, talvolta durissime, che necessariamente vanno compiute nell’intento di ritrovare se stessi per non smettere mai di credere in quell’alchimia che, in ogni vita, ricongiunge inevitabilmente le anime gemelle seppur momentaneamente separate da sorti avverse. Sei capitoli di emozioni e riflessioni nascoste dietro le tappe di un’avventura che, inaspettatamente, si rivelerà la nostra.
In un battito d’ali. Cosa vuoi trasmettere al pubblico con questo romanzo “In un battito d’Ali”?
«In un battito d’ali è un romanzo d’amore e di amicizia, ma anche uno strumento di divulgazione scientifica, ovviamente per i neofiti, non per gli “addetti ai lavori” (aggiunge sorridendo, ndr). Si parla di amicizia e di amore, attraverso il mondo parallelo degli animali. I protagonisti sono degli insetti, un bruco nero ed una bellissima farfalla. Non è una fiaba, è una storia d’amore in cui si trattano concetti di entomologia, di filosofia, di storia, di chimica. Un mix tra fede, conoscenza, amore.»
Questo romanzo segna il tuo esordio letterario. Perché In battito d’ali?
«Innanzitutto, In un battito d’ali, perché la nostra vita può cambiare in un battito d’ali. Questo libro nasce da un’idea di rinascita. Nel 2009 ho subìto un terribile incidente sul lavoro, dal quale sono uscito miracolosamente illeso. Durante un’immersione subacquea per una puntata di “Uno Mattina Estate”, ero a 50 metri di profondità e qualcosa è andato storto. L’aria della mia bombola è finita. Dalla regia non si sono accorti del problema e mi sono ritrovato a dover risalire in superficie senza attrezzatura e, soprattutto, senza aria. Scientificamente, sarebbe stato impossibile salvarsi da una profondità tale, ma io sono emerso miracolosamente illeso.»
Quanto questo romanzo è servito ad esorcizzare questo trauma subito?
«Ad esorcizzarlo, no! Inizialmente, ho vissuto grandi attacchi di panico, notti insonni. Questo libro mi ha aiutato a vedere “meglio” le cose. A dare più importanza ai sentimenti. A dare il giusto valore alle cose concrete ed eliminare quelle futili. A capire che la vita è soltanto una e non possiamo sprecarla con cose o persone che non ci fanno stare bene.»
L’ingegnere viene considerato spesso una persona fredda e cinica. Nonostante la tua professione, sei diventato conduttore, autore, scrittore…
«L’ingegnere di solito appare freddo, è vero. Ce ne sono molti che sono estremamente rigidi. Ma lo spettacolo, negli anni, ci ha dato molti esempi di ingegneri che hanno dimostrato estro creativo e vitalità. Primo tra tutti, il grande Luciano De Crescenzo, che ha scritto moltissimi libri. Attore, autore, un grande personaggio poliedrico.»
Hai parlato di un incidente in cui sei stato miracolato. Come è il tuo rapporto con la fede?
«Sono stato da sempre molto credente. Se non credi in Dio, non credi alla vita. L’incidente non ha modificato o migliorato la mia fede. Ha solo confermato ciò in cui ho sempre creduto. Non sono eccessivamente praticante. Ma credo molto nella preghiera e sarei capace di entrare in una chiesa vuota, anche quando non è orario di messa, e raccogliermi in fede da solo.»
Il messaggio più forte che vorresti mandare con il tuo libro?
«L’aggregazione ed il credere nei sogni, anche ben oltre le proprie possibilità. Nel libro, racconto della forza di un bruco che, credendo di essere brutto, quasi non si sente all’altezza di conquistare una bellissima farfalla. Ma grazie alla forza ed all’aiuto morale del saggio del villaggio, riesce a lottare per la conquista di questo sentimento. E, grazie a questa determinazione, coinvolgerà l’intero villaggio in questa sua “battaglia d’amore”. Ed anche nella vita, deve essere così. Se dimostri alla gente che credi nei tuoi sogni e lotti in maniera pulita e costante per raggiungerli, non sarai mai solo. Le persone, saranno motivate a condividerli con te e ad essere felici dei tuoi obiettivi. Che un po’, saranno anche i loro.»