Gianfranco Gallo torna al Teatro Augusteo di Napoli con la commedia “Lo zio del medico dei pazzi” che resterà in scena fino al 16 febbraio. Il testo è stato riadattato in chiave moderna dallo stesso Gallo che si è ispirato alla commedia tedesca “Pension Schoeller” di Jacoby e Laufs del 1890. Gianfranco Gallo da vero napoletano emana energia anarchica che gli ha permesso di spaziare dal cinema al teatro e di cimentarsi con successo nella scrittura. “Elogio della follia”potrebbe essere questo il sottotitolo della divertente pièce teatrale, che vede impegnata in scena una compagnia formata da personalità di spicco del teatro napoletano. Nel cast: Gianfranco Gallo (zio Pippo Pandolfo), Antonella Stefanucci (la timorata vedova Catena della Morte), Mario Brancaccio (l’attore Lello Baldi che non sa pronunciare la lettera L), Antonella Prisco (la focosa siciliana Olivia Percuoco), Bianca Gallo (Addolorata della Morte), Luigi Credendino (la scrittrice di- penna- Matilde Serrata), Antonio Fiorillo (l’avventuroso eroe Leone Marino), Francesco Russo (Generoso Baciobello), Michele Sibilio (il direttore della pensione Mattolini), Elena Starace (Rosalia Percuoco), Gianluigi Esposito (il fumantino e rissoso Maggiore Grosso), Michele Schiano di Cola (Alfredo Pandolfo), Ursula Muscetta (Felicia Della Morte). Lo zio Pippo Pandolfo in trasferta a Napoli si trova a fronteggiare una serie di situazioni paradossali con personaggi dall’aspetto irrazionale-isterico, fuori dagli schemi, socialmente instabili, carichi di nevrosi e debolezze, accomunati da un profondo egocentrismo che li porterà a essere considerati dei pazzi. Nella società moderna, simile a un grande show permanente, chi sono i veri pazzi e chi invece realmente sano di mente?. I cosiddetti pazzi sono persone impaurite per mancanza d’amore, che sfuggono dalla realtà della vita, mentre i cosiddetti normali sono tutti portatori sani del seme della follia, non sempre conclamata e virulenta. L’autore affronta con garbo e ironia un tema che può far discutere e che si impone all’attenzione di tutti, evidenziando l’aspetto tragicomico di esistenze che fanno ridere e che commuovono. Il ritmo sostenuto, i costumi clowneschi, le battute fulminanti e divertenti equivoci, la sapiente regia di Gianfranco Gallo di una compagnia affiatata e di qualità, danno allo spettacolo la giusta leggerezza raccontando una realtà spinta all’assurdo, senza cadere nella scontata e banale trappola caricaturale.
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