La serata inaugurale della XIX edizione del Pomigliano Jazz Festival ha sicuramente superato tutte le aspettative. Il connubio dello spettacolare Anfiteatro Romano di Avella unito all’energia di George Benson hanno regalato al pubblico una serata difficile da dimenticare, musica che risulta impossibile tramutare in parole.
Iniziamo con ordine però: la magia non si è fatta attendere, George Benson è salito sul palco intorno alle 21.30 e ha regalato ai suoi fan quasi due ore di concerto. Il pubblico si è infiammato fin dalle prime note, un susseguirsi di hit che hanno fatto la storia: “When I Fall In Love”, “Just One of Those Things”, “Nothing’s gonna change my love for you”, “Feel like making love”, “This Masquerade”, “Smile” di Charlie Chaplin, “Mona Lisa”, “Unforgettable” fino agli intramontabili e grandi classici dell’artista di Pittsburgh come “On Broadway”, “Turn Your Love Around”, “Give me the Night” e l’immancabile “Breezin”.
Ciò che a colpo d’occhio colpiva nell’atmosfera che si respirava ieri sera era l’incredibile sinergia e le varie generazioni a confronto.
Facile dimenticare che George Benson ha 71 anni, soprattutto considerando cosa riesce a fare quando è sul palco in compagnia della sua famosa Ibanez GB10, facile dimenticarlo mentre balla sul palco esibendosi in un notevole movimento di “anca-bacino”, in realtà con Benson diventano facili tante cose, tra queste facili anche i ricordi che sottolineano come il poliedrico artista sia stato colonna sonora di quella fetta di pubblico che oggi ha superato la soglia degli “anta”.
Eppure liceali, universitari e tantissimi “enni” sono lì a pendere dalle sue labbra. L’Anfiteatro di Avella si infiamma quando Benson chiede “Are you ready for this?”, si inizia a ballare quando il maestro afferma che il pubblico italiano è indubbiamente il migliore, l’unico che riesce ad amare sul serio la melodia.
Un sold out meritatissimo, un evento unico nella storia che dimostra ancora una volta quanto il Pomigliano Jazz arrivi e porti lontano.
A fare da ciliegina sulla torta è stato il gran finale: dopo la finta chiusura, George Benson è tornato sul palco ma non per un semplice bis, bensì per regalare al suo pubblico altri 30 minuti di capolavori tratti da “Performing his greatest hits live” (da cui anche il titolo del Tour) e brani tratti dal suo ultimo lavoro “Inspiration”.
L’artista ha richiamato sul palco insieme a lui i grandi musicisti che lo stanno accompagnando in questo lungo viaggio, una band eccezionale in cui ogni singolo artista può essere considerato una grande scoperta. Abbiamo potuto ammirare così Michael O’Neill alla chitarra, Thom Hall e David Garfield alle tastiere, Khari Parker alla batteria, e Stanley Banks al basso.
In ultimo, ma filo portante insieme a Benson durante tutta la durata dell’esibizione, ecco la percussionista
Liliana de los Reyes che ha incantato il pubblico durante tutta la durata del concerto non solo per la sua incredibile bellezza, ma soprattutto per l’intensità e bellezza della sua voce che si è sposata e ha accompagnato in maniera incantevole quella del maestro durante un duetto.
Musica che ha fatto la storia per sottolineare ancora una volta come il Pomigliano Jazz Festival sia diventato nel corso delle sue 19 edizioni un vero e proprio fiore all’occhiello del panorama culturale musicale internazionale.
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