A distanza di 51 anni dall’uscita della prima pubblicazione del romanzo e di 43 anni dall’uscita del film di Kubrik, Arancia Meccanica diventa uno spettacolo teatrale. Diretto da Gabriele Russo, lo spettacolo in scena al Teatro Belloni dall’1 al 13 aprile, vede sul palcoscenico Alfredo Angelici, Marco Mario de Notaris, Martina Galletta, Sebastiano Gavasso, Alessio Piazza, Daniele Russo, Paola Sambo.
Arancia meccanica rappresenta uno dei romanzi distopici meglio rappresentativi nel suo genere. Leggendo il romanzo di Burgess, si evince quanto l’autore, attraverso la storia di Alex e dei suoi amici Drughi, avesse saputo guardare anche oltre il suo tempo. Infatti, Gabriele Russo ha tratto ispirazione dal romanzo, di cui Bruges nel 1981, esattamente dopo 10 anni dall’uscita del film, ne ha scritto un testo teatrale, completamente indipendente da quello che era stato raccontato nel progetto filmico.
«L’idea di portare in scena Arancia Meccanica – dice Gabriele Russo – nasce dal romanzo scritto nel 1962 da Anthony Burgess. Tutti conosciamo il film Arancia Meccanica del 1971 diretto da Stanley Kubrick, che l’ha reso storico. E se il film da un lato costituisce una fonte d’ispirazione, dall’altro lato genera obbligatoriamente la responsabilità di un confronto. Nel nostro caso, spero che il confronto con il film venga “dimenticato”, in quanto il testo originale di Burgess, ha una sua totale autonomia drammaturgica. Di fatto, Burgess, 10 anni dopo l’uscita del film, ha scritto un testo teatrale completamente indipendente. Il Testo teatrale, nasce come una commedia musicale.»
Ecco perché Russo ha scelto Marco Castoldi in arte Morgan, un musicista fuori dagli schemi, prorompente ed originale, che in qualche modo somigliasse ad Arancia Meccanica. Nonostante ci fosse l’esistenza di un libretto musicale di canzoni scritto da Burgess, Gabriele Russo ha preferito snellire la parte della musica per rendere il testo più “asciutto” e più vicino alla prosa. Anche se come lui sostiene: «ci sono delle parti che hanno una metrica precisa delle frasi e delle parole che vanno recitate in un certo modo. Per esempio i Drughi parlano un linguaggio inventato da Burgess, il Nadsat, che è un misto tra l’inglese ed il russo. E nel testo teatrale è molto più presente nei dialoghi, a differenza del film, dove i termini sono stati resi più “quotidiani”. E questo rende più complessa anche la prova recitativa dell’attore. Ma la magia del romanzo, che lo rende celebre nonostante gli anni, sta nel fatto che, nonostante il linguaggio inventato è perfettamente comprensibile. Un gergo assolutamente giovanile che rende anche “meglio” la violenza di questi ragazzi.»
Alla prima di Arancia Meccanica, in scena al Teatro Bellini, martedì 1 aprile, sarà presente anche Morgan, il quale nell’ambito della conferenza stampa ha dichiarato che molto probabilmente eseguirà le musiche dello spettacolo dal vivo.
Assente dalle scene musicali dal 2012 a causa dei suoi impegni televisivi con il noto format televisivo X Factor, Morgan, che a maggio pubblica un nuovo album di inediti, ha accettato molto volentieri la proposta di Gabriele Russo, nel curare le musiche di Arancia Meccanica. «Ringrazio il Teatro Bellini e Gabriele Russo per avermi dato questa splendida opportunità. Il testo è bellissimo. La sceneggiatura è affascinante proprio per la particolarità di questo linguaggio. Una lingua nuova ed inventata, ti permette di poter scrivere canzoni usando parole che non debbano necessariamente rispettare o avere un riferimento radiofonico. Anzi, ti è concessa la possibilità di spaziare in un delirio verbale ed è fantastico per uno che compone pezzi.
Quando mi hanno proposto questa collaborazione sono stato felice perché Arancia Meccanica è già un “prodotto” noto al pubblico. Ma se da un lato c’era la garanzia di questa notorietà creata dal film, ho temuto di subirne la paranoica presenza di chi l’aveva fatto prima di me. Nel film c’è Beethoven, che nel lavoro di Kubrick, veniva riadattato da Wendy-Walter Carlos in una versione elettronica.»
L’ex frontman dei Bluvertigo (che il 4 aprile si riunirà al gruppo per una serata al Velvet di Rimini dedicata a Thomas Balsamini, dj e storico fondatore del celebre locale romagnolo scomparso di recente) ha reinterpretato musicalmente il testo teatrale, tenendo fede al suo stile che da sempre lo contraddistingue. «Ho sempre amato la deformazione della musica classica – continua Morgan – credo, costituisca il bacino musicale di tutti i musicisti occidentali da almeno cento anni. Io sono cresciuto con Beethoven. Mia madre suonava le sue composizioni quando mi portava in grembo. Ed è ciò che conosco meglio nel mio panorama musicale. Ho portato una valigia con tutti gli spartiti di Beethoven. Mi sono tuffato nella storia di questo genio musicale. E mi sono permesso di rimaneggiare pesantemente la sua musica.»