Conoscendo la spregiudicatezza di Francois Ozon e la trama del suo nuovo film, molti a Cannes si aspettavano un’opera dettata da numerose scene di sesso. Lo scandalo non c’è stato dato che le non numerose scene di sesso si sono rivelate più caste rispetto a tante viste in tv. Però Ozon con Jeune et Jolie non si è preoccupato di penetrare senza remore nei turbamenti sessuali dell’adolescenza, riscuotendo un lungo applauso sia dal pubblico che dalla critica.
Ozon spiega di aver scelto questo tema: «Per raccontare l’adolescenza in maniera diversa dal solito. Il cinema l’ha spesso idealizzata, glorificata. Invece io ho ricordi pessimi di quella stagione della mia vita. Ho vissuto momenti dolorosi e difficili. Mi sono posto nei suoi confronti con distacco, cercando l’angolazione migliore per coglierne l’essenza».
L’unico appunto che ha indispettito vagamente una parte della critica è la scelta per il ruolo da protagonista della modella ventitreenne Marine Vacht, ma Ozon ha difeso subito la sua scelta affermando: «Quando ho visto Marine, l’ho trovata diversa da tutte le altre. Ha un modo di stare in scena assolutamente istintivo. Il che non rende Marine la trasparenza fatta personaggio. Anzi, ho colto subito nei suoi occhi tutto un mondo interiore, un mistero. Era esattamente quello che cercavo in questo film».
Il film ancora non ha trovato distribuzione italiana, ma non c’è da preoccuparsi perché Ozon è uno dei pochi registi stranieri conteso da più distributori del belpaese.