«L’album strumentale racconta San Francesco ponendo al centro la “figura dell’uomo” messa spesso in secondo piano rispetto alla “figura del santo”». È così che è stato definito il nuovo lavoro discografico di Tiziano Albanese. Il pianista e compositore molisano, in distribuzione con la sua musica dagli anni ’90, ha diffuso in questi anni, un’opera musicale di elevata vibrazione. Lontano dal voler diffondere la miracolosità religiosa, “Francesco, storia di un uomo” (edito Rai Com) è un contenitore di emozioni in cui il compositore distribuisce altissima qualità musicale. Una serie di tracce che si orientano tra inquietudini e melodie in contrappunto, insieme a sonorità jazz e suoni che elevano il ritmo verso la libertà di schemi. Otto brani editi Rai Com, in cui a ciascuno viene affiancato un “canto narrante”. Un esperimento riuscitissimo di linguaggi e generi multivariegati.
Esploratore della materia musicale, Tiziano Albanese si è diplomato in pianoforte e composizione con il massimo dei voti, collaborando poi con il CPM music Institute. Curatore del progetto AlfaMusic, Edizione Curci, con il suo “Francesco, storia di un uomo” ha avuto il privilegio di esibirsi nelle celebrazioni nazionali di Assisi, ottenendo in Russia un record di ascolti in pochi mesi sulla piattaforma Yandex Music, superando il milione e cinquecentomila streaming con il brano “La giovinezza”. Un’esplosione di suoni che diventano espressione musicale di un’immagine impetuosa. Segue Giorno e Notte, una melodia evocativa e sognante, un tripudio di note in cui i suoni sono immaginati come in un susseguirsi di brillii. Il suono diventa una sovrapposizione di note in La malattia, in cui l’apertura dolce, quasi ad evocare una melodia da carillon, si evolve in un crescendo di ritmi incalzanti e passionali. Un ritorno armonico ed addolcente ritroviamo in Vocazione. Un cambio di “scena” esplode sin dalle prime note de Il Padre. Una frenesia danzante, dai toni misteriosi percorre l’intera traccia. Un crescendo che potrebbe metaforicamente associarsi ad una cavalcata. Si prosegue con La Regola, dove gli echi rientrano in una dinamicità equilibrata seppure in una frizzante ritmicità del vibrafono. La classicità prende il sopravvento in Ritratto. Note conclusive con Cantico delle Creature. Un suono profondo e di elevata malinconia, quasi ad evocare un singhiozzo che spezza il fiato, finchè non si giunge alla ripresa del flauto e del vibrafono, che uniti al predominio del piano accompagnano ad un epilogo ritmante, come fosse una rinascita.