Francesco Mucci fa il suo esordio nel mondo della cinematografia con “Corduroy”, omonimo titolo della canzone dei Pearl Jam, dal quale il regista campano prende ispirazione per realizzare la sua opera prima. Un cortometraggio dalla durata di 19 minuti, presentato al Cinema Teatro Delle Palme nell’ambito della ventesima edizione del Napoli Film Festival e di recente al Cinema Modernissimo.
«L’idea di Corduroy – racconta Mucci – nasce dalla suggestione visiva ispirata dalla quotidianità che noi viviamo. Basandomi sul senso e sul significato della canzone dei Pearl Jam, che è lo stesso che viene fuori dal film. Ci sono state varie versioni, varie stesure, ma questo corto nasce dall’idea di voler lanciare una sfida allo spettatore, che dovrà chiedersi cosa c’è dietro alla realizzazione del film, cosa c’è all’interno del piatto che noi lavoratori dello spettacolo offriamo»
Corduroy segna non solo l’esordio del giovane regista, sceneggiatore e musicista, ma anche il suo talento artistico. Mucci (figlio dell’attrice Nunzia Schiano e dell’attore, regista, musicista e poeta Niko Mucci) si è avvicinato al mondo artistico fin da piccolo, intraprendendo un percorso di studi che lo ha portato a conseguire un diploma alla Scuola italiana di Comix a Napoli in Sceneggiatura e in Storytelling e una laurea in Discipline delle Arti visive, della Musica e dello Spettacolo. Negli anni ha lavorato come musicista, come stagista del Napoli Comicon e del Napoli Film Festival, ricoprendo più volte il ruolo di giurato in diversi festival, in particolar modo la Mostra del Cinema di Venezia e il Giffoni Film Festival.
Con questo corto Francesco Mucci decide di mettersi in gioco e di fare il suo ingresso nel mondo dello spettacolo. Il cortometraggio, realizzato grazie al contributo del bando del Nuovo Imaie per i prodotti audiovisivi, è stato realizzato in tre giorni in tra San Giovanni a Teduccio e Portici. Il cast è composto da Maria Bolignano, Lello Serao Raffaele Ausiello e dalla protagonista Nunzia Schiano.
«Ho scelto mia madre come ruolo da protagonista – continua il regista – poiché l’idea è nata proprio osservando lei tra le mura domestiche, immaginandola in una veste diversa, insolita sia per quanto riguarda la donna, sia per quanto concerne l’attrice. Mi è piaciuta l’dea, un po’ come se fosse una sfida, di vedere mia madre interpretare un ruolo diverso da quelli che ha rivestito finora».
Corduroy vede al centro della storia Marta Perna (Nunzia Schiano) una chef caduta in disgrazia a causa del marito ed ex comproprietario del loro ristorante, in carcere per aver ucciso, secondo voci indiscrete, l’amante della moglie. Nel tentativo di affermarsi come cuoca nel mondo di YouTube, Marta decide di girare dei video attraverso un cellulare per proporre le sue ricette. Nel rispolverare una vecchia ricetta di cui è ossessionata, la cuoca mostrerà il suo lato più oscuro e inquietante.
Il cortometraggio di genere thriller è un viaggio che inizia in un modo, per poi svilupparsi in un altro, attirando l’attenzione da parte dello spettatore, che sempre più coinvolto e incuriosito dall’andamento della storia, si lascia guidare, in un vortice di emozioni, attraverso un racconto dai risvolti inaspettati con un finale a sorpresa. Un plauso va al regista e sceneggiatore, ma anche a Nunzia Schiano, che per l’occasione si ritrova ad interpretare un personaggio dallo stato d’animo altalenante, che riesce a far emerge la sua intensità e professionalità attoriale.
Nel frattempo Francesco Mucci continua a portare avanti il suo sogno, dedicandosi alla scrittura di un nuovo corto, a quella di un lungometraggio e a quella di un fumetto per il Comicon, non abbondonando del tutto l’idea di tornare in futuro a dedicarsi al suo primo amore, la musica.