L’aspirante showman di nuova generazione Francesco Cicchella porterà in scena al teatro Diana di Napoli dal 4 aprile il suo one man show, MilleVoci Tonight Show per la regia di Gigi Proietti, la versione 2.0 dello spettacolo MilleVoci che, in questo periodo, sta portando in giro per i teatri. Cicchella ci ha fatto divertire in Made in Sud, sconvolgere per la sua bravura in Tale e Quale show ora la sua arte a trecentosessanta gradi la porta a teatro con uno show straordinario tutto suo in cui si vedrà un Francesco Cicchella non solo televisivo.
Parliamo del grande successo dello spettacolo MilleVoci che stai portando in giro…
«Lo spettacolo mi sta dando tante soddisfazioni e sto raccogliendo molti consensi e ne sono felice, perché è il primo anno in cui giro i teatri con uno show tutto mio. Sono molto entusiasta di quello che sto facendo perché da sempre è stata la mia massima aspirazione, avere uno spettacolo tutto mio e un pubblico che venisse a vedermi a teatro».
Com’è strutturato lo spettacolo?
«Lo spettacolo racconta di me, di com’è nata la mia carriera e di come sono nati i vari personaggi o sketch che poi ripropongo durante MilleVoci. Concettualmente mi è piaciuta l’idea di unire una tradizione, cioè il one man show classico con una chiave più moderna, io sono e mi definisco un aspirante showman di nuova generazione ed ho cercato di portare un tocco di modernità e quindi c’è questa commistione che si evince anche dalla regia di Gigi Proietti, ma sul palco ci sono io. C’è questa differenza generazionale che s’incontra ed è così anche sul palco. Insieme con me ci sono tanti giovani, la band di otto elementi formata da ragazzi tra i 25-30 anni molto talentuosi ad eccezione del maestro Paco Ruggero che ha curato la direzione musicale. È uno spettacolo in cui c’è tanto di me e dove il pubblico scoprirà un Francesco che non ha ancora visto in tv».
Con quali paure hai affrontato i primi giorni di questo tour?
«In realtà l’ho affrontato con grande entusiasmo, perché ho sempre sentito di trovarmi nel mio habitat naturale, sapevo che il teatro fosse per me la dimensione ideale nella quale esprimermi e difatti è stato così, poi, data dopo data, ho colto l’occasione di fare un lavoro su me stesso per crescere, perché io sono fatto così, ogni volta che salgo sul palco cerco di farne tesoro e di accumulare esperienza. Il teatro mi ha dato tanto perché mi sono cimentato in un’altra realtà e mi ha dato modo di evolvere ancora come artista, perché sul palco ho trovato io stesso degli altri lati di me che non conoscevo o che non erano ancora venuti fuori».
Diretto da un grande Gigi Proietti, la massima espressione attoriale…
«Fa parte degli attori versatili e poliedrici che sul palco si cimentano nel one man show. Per me è innanzitutto un grande privilegio, ricordo quando dopo una puntata di Tale e Quale Show mi disse: ‘dovresti fare teatro con uno spettacolo tutto tuo e magari quel giorno chiedimi così ti potrei indirizzare in delle cose’ e io mi sono ricordato di ciò e dopo un po’ di tempo gli ho chiesto questo privilegio e l’onore di avere la sua regia e lui si è reso disponibile».
Io mi sentirei già arrivato essere diretto da un grande come Gigi Proietti…
«Invece no, per me è un punto di partenza. Ogni nuova esperienza la considero come un nuovo capitolo che si apre per portarmi non so dove, il percorso dell’artista è anche questo la continua evoluzione che asseconda quello che ti sei prefissato o, invece, ti sorprende e ti porta a raggiungere luoghi che non avevi contemplato».
Per il cinema ti stai proponendo o facendo provini?
«In questo momento, fare un film mio non è la mia esigenza, credo che un comico debba fare un film quando ha una storia da raccontare e qualcosa da dire. Ora sento di avere tanto da dire sulle tavole di un palcoscenico ecco perché mi sono dedicato al teatro».
I testi sono scritti solo da te?
«Lo spettacolo è scritto da me e in parte c’è il meglio del mio repertorio, anche televisivo, ma è soltanto una parte dello spettacolo che poi rivela tante sorprese ed è scritto con Riccardo Cassini, Vincenzo De Honestis che poi è anche la mia spalla sul palco e Gennaro Scarpato che è un giovane autore molto promettente, che tra l’altro di recente ha firmato anche la regia e la sceneggiatura di un paio di episodi del film San Valentino Stories che è uscito al cinema».
Hai una bellissima voce…
«Non stamattina, non so se si sente».
…pensi di proporti come cantante e incidere un cd?
«Qui apriamo un altro capitolo, io mi sono sempre dedicato all’arte a 360° sono partito con la musica, il pianoforte, il canto poi il teatro, le imitazioni, la comicità e tutto ciò è un guaio perché non sai mai scegliere quale direzione prendere. In Italia, poi, siamo un po’ settoriali e chiusi come mentalità perché non c’è la concezione dell’artista completo, come esiste in America dove gli attori cinematografici fanno anche musical a teatro, oppure vanno nei varietà televisivi e cantano da dio e rimani lì a bocca aperta perché non te lo aspetti. In Italia è difficile, la mia scelta del cabaret, circa dieci anni fa, è stata dettata anche da questo perché è una forma di spettacolo che mi consente di esprimere tutto quello che è il mio bagaglio. Adesso non ti nascondo che, l’idea di un progetto prettamente musicale, bazzica sempre di più nella mia testa e, quindi, non escludo che, a breve, mi ci si possa dedicare anima e corpo, ora però sono molto concentrato sul progetto teatrale, ma qualcosa bolle nella mia testa non in pentola».
Il tour di MilleVoci Tonight Show proseguirà?
«Le date non sono ancora programmate, però il debutto sarà qui a Napoli al teatro Diana per tre settimane e poiché a fine aprile le stagioni teatrali sono chiuse, riprenderemo il tour da settembre e sicuramente toccheremo le città più importanti d’Italia, però per le date precise bisogna aspettare ancora un po’».