L’uomo parte integrante della Terra dovrebbe preservare e tutelare la natura e vivere in perfetta simbiosi con le piante, i fiori, gli alberi e gli animali. Da queste riflessioni nasce Palindromi il primo album del cantautore Francesco Camin, pubblicato da Lady Lovely Label, un disco alternative-pop con otto canzoni d’autore ricche di simbolismo da cui traspare l’esigenza dell’uomo di congiungersi con la natura circostante.
Nato a Trento affascinato dai monti e dai boschi circostanti, Francesco Camin inizia ad osservare gli alberi in modo scientifico laureandosi in Scienze Forestali e Ambientali, successivamente la passione per la musica lo porta a diplomarsi in composizione di musica leggera al CET di Mogol. In veste di cantautore vince il Premio Lunezia Nuove Proposte, partecipa alle selezioni finali di Sanremo Nuove Proposte e si classifica come finalista del concorso “L’autore, il mestiere della musica” organizzato a Milano da Edizioni Curci Music Publishing e L’Officina della Musica e delle Parole.
«Credo che ognuno di noi sia profondamente connesso con ciò che lo circonda e il mio intento è ritrovare questa connessione, nello specifico appunto verso gli alberi. Con il mio disco voglio quindi raccontare questo mio amore e questa mia visione delle cose, e nel concreto sto facendo crescere nuove piante in Africa e Sud America attraverso la mia musica per dare il mio seppur piccolo contributo alla riforestazione della nostra Terra, ho poi aperto un blog e videoblog in cui racconto le piante da un punto di vista più calato nel nostro quotidiano, cercando dei parallelismi con l’uomo. Infine all’interno del mio album ci sarà un disco di carta intrisa di semi, che germoglia davvero se messo sotto terra».
L’album Palindromi contiene otto brani. Il primo della tracklist è Tartarughe, in cui Camin fotografa immagini di territori deturpati, di terre avvelenate incoltivabili, di colline dissestate, di boschi incendiati e ritrae i drammi del nostro tempo, la povertà, il lavoro nero, lo sfruttamento. Il coro di bambini ne enfatizza ancor di più i versi “non c’è campo per comprare la verdura da mangiare”. In Palindromi interpreta l’amore come unica salvezza. Così, mentre “fuori tutto muore”, mentre il potere acceca l’uomo e mentre la guerra genera distruzione, nel silenzio di una stanza due anime vivono il loro amore intenso e unendosi fisicamente diventano un’unica forma. I due che nell’amore restano distinti ma uniti, si leggono in entrambe le direzioni, diventando un palindromo vivente. In Abisso, il cantautore canta il suo sfogo personale e confessa la paura di un dialogo sincero con la compagna amata. La stessa paura dichiarata in Tasche, che come piombo appesantisce e fa sprofondare in un abisso, che solo l’amore, quello vero riesce a svuotare. Un sentimento nuovo e leggero che permettere di nuotare in sintonia con le balene. Così, anche in Tasche come in Verde, si ritrova la ricerca di un unione con la natura, in cui i due innamorati attraverso una metamorfosi mutano il colore della pelle, in verde, come quello delle foglie. “Fino a quel giorno io ero color cielo, fino a quel giorno tu eri color miele. Ci siamo sfiorati, ora siamo entrambi verdi. Per sempre”. In Dovrei Camin interpreta il bisogno impellente di cambiare prospettiva, di aver coraggio di osare per poi spiccare il volo. In Le cose semplici in maniera spensierata invita ad apprezzare la vita nelle piccole cose, come il sorgere del sole, il cinguettio degli uccelli, il fruscio del vento fra gli alberi. Nella traccia finale Un gioco canta la voglia di vivere la vita di coppia come in un gioco, crescendo ed affrontando gli inverni senza mai perdersi e aspettando la primavera per germogliare insieme.