Si terrà il 23 marzo alle ore 17,30 un incontro interamente dedicato alla fotografia. Il PAN Palazzo delle Arti di Napoli, ospita un momento di confronto dell’immagine. A discuterne Fabio Donato Accademia Belle Arti di Napoli, Chiara Reale Racna Magazine, Francesco Soranno Flegrea Photo Associazione.
Una congiuntura che darà spazio alla definizione della fotografia a Napoli ed ai suoi molteplici sviluppi, con altresì le più variabili sfaccettature. Parliamone al Pan è un evento realizzato grazie alla partecipazione attiva del Comune di Napoli, insieme all’Assessorato alla Cultura e Turismo, patrocinato dall’Accademia delle Belle Arti di Napoli.
Ospiti della serata, l’Assessore alla Cultura Nino Daniele e Denise Maria Pagano del Museo Pignatelli, Casa della Fotografia Napoli. In prossimità dell’occasione abbiamo voluto conoscere intimamente le caratteristiche del focus, di uno dei protagonisti dell’appuntamento, Francesco Soranno, reduce da Improbabili Incontri, la mostra inaugurata il 2 marzo presso il Palazzo delle Arti di Napoli, in cui insieme a Nunzia Esposito, hanno presentato un interessante scenario fotografico.
Improbabili Incontri, il cui filo d’ispirazione nasce da un caso come spesso accade nella vita. Un’insolita visita presso i vecchi uffici dell’anagrafe della sede del Comune di Napoli, da qui l’idea intrigante di poter valutare questi locali abbandonati da più di quarant’anni, rappresentandone fotograficamente il tempo, in un confronto tra una “modella” di novant’anni ed un giovane impiegato d’ufficio. Una storia che scivola verso una ricostruzione antropologica. Una descrizione fotografica tra “vecchio e nuovo” esaltata da due linguaggi differenti, i colori che incontrano il bianco e nero. Nella fattispecie, Nunzia Esposito ha utilizzato colori grevi, dove dal buio viene fuori la luce e da lì, la direzione dell’immagine. Una scelta voluta per traslare il tempo. Il bianco e nero è quello di Francesco Soranno, in parallelo con le immagini a colori dove si rende chiarezza del tempo presente da una parte, dall’altra, il ricordo passato.
Una sceneggiatura, in cui la signora si mostra intenta a voler ricevere un certificato di nascita, dirigendosi verso quelli che ricorda essere i “suoi” uffici anagrafe, del suo tempo. Da qui il paradosso dell’incontro con un impiegato dell’epoca, vestito di tutto punto come era solito cinquant’anni fa.Una rappresentazione immaginaria, in cui i protagonisti si sono approcciati con fiducia all’obiettivo fotografico, divertendosi insieme.