C’è tutto il mondo pop di Andy Fluon nel disco Futura Resistenza, il disco d’esordio della band monzese Fluon che è animata da Andy, voce ed ex dei Bluvertigo, Fabio Mittino alla chitarra, Faber alla programmazione e synth e Luca Urbani, voce e synth, già frontman dei Soerba.
La tentazione di chiamarli super-gruppo c’è, e il disco è anche molto succulento per chi si ricorda le esperienze passate di alcuni dei suoi componenti. Ma quello che ci interessa maggiormente è capire come il progetto si inserisce nel famigerato Fluon Art Lab, la “factory” italiana di Andy, che ormai da anni propone progetti visual e dj set nei club e musei di tutta Italia.
Fluon era finora un trio ma anche un laboratorio artistico di opere che voi realizzate con colori, appunto, fluo. Come si è arrivati al lancio di un disco intero, Futura Resistenza?
Andy: «La pensiamo come uno scontro di una realtàò che da emarginata esce alo scoperto,rompendo gli schemi sociali attraverso un’evoluzione. Abbiamo lanciato Naked nel 2012, poi il duetto con Enrico Ruggeri, Polvere. Con L’Assassino e il maggiordomo dell’anno scorso è intervenuto poi direttamente Luca Urbani.»
Luca tu eri coi Soerba, un’altra band che apparteneva all’universo electro pop da cui arrivavano i Bluvertigo degli anni 90.
Luca: «Sì, Morgan aveva in qualche modo dato una mano anche se non era il produttore. Con La Sintesi e Soerba ci aveva messo in contatto con alcunefigure chiave di quell’epoca. Poi mi sono avvicinato al progetto Fluon dapprima scrivendo i testi e poi entrando nella band.»
Come vi siete divisi i compiti in studio?
Andy: «Con la vecchiaia si impara anche a delegare. Siamo stati in studio da me a Monza e abbiamo affidato la produzione a Fabio, la comunicazione e il design a Faber, che ha anche avuto un’idea molto speciale di stampare le prime cento copie con un gift pack che contenesse una mini-tela a opera di Fluon. E Luca è diventata la voce e le tastiere della band. Io mi sono anche riappassionato al sax, un mio vecchio pallino, che ha sofferto della mia sindrome del “bravo che si applica poco”. Non l’avevo mai studiato, ora invece l’ho ripreso seriamente in mando. Inventavo istrionicamente ora ne ho acquisito uno nero opaco e faccio sul serio.»
Il disco è anche prodotto di un modo nuovo di fare musica. Ce lo spiegate?
Fabio: «Avevamo questa intenzione sognante di fare le cose in maniera indipendente e veloce. Quindi ci siamo chiesti se si poteva fare un’operazione simile a quella di Kickstarter all’estero, cioè un fundraising dal web. Abbiamo avuto 250 sottoscrittori che hanno raccolto quote per fare questo progetto che è tutto rendicontato. Abbiamo avuto sui 17mila euro che dopo le tasse son diventati 14mila, e ci sono serviti per le registrazioni, i video e la promozione.»
Con quale piattaforma l’avete fatto?
Andy: «Con Musicraiser e la cosa sorprendente è che pochi donatori hanno dato tanto. Abbiamo venduto 6 ritratti di Andy a mille euro l’uno. Non è andata invece venduta la pattinata con Andy o la lezione di tastiere.»
Credete che ci sia più aspettativa quando un lavoro è “figlio” del crowdfunding?
Luca: «C’è sicuramente più determinazione, eravamo all’inizio spaventati da questi soldi che ci sono arrivati, non ce l’aspettavamo. In realtà con le date che abbiamo fatto in giro per l’Italia ci siamo resi conto che le nostre esperienze passate non contavano così tanto per la gente che ci segue. Sono persone che si sono accostate a noi in maniera nuova, sono venute a trovarci in studio, hanno vissuto un giorno anche nell’art lab di Fluon»
Andy: «Li ho accolti, gli ho aperto la cucina e gli armadi. Lo so che ho questo pedigree dei Bluvertigo che mi porto dietro ma non si può restare legati al passato.»
Sei conscio del marchio che avete lasciato nel pop italiano tu e Morgan?
Andy: Sì, lo so che abbiamo fatto cose bellissime assieme, ci abbiamo pure riprovato nel 2008 a rimettere tutto insieme ma non è potuto andare avanti. Avrei potuto rovinare Morgan chiedendo un sacco di soldi quando ho ufficialmente lasciato i Bluvertigo ma non l’ho fatto. E mi sono trovato a vivere 10 anni molto difficili.»
Il famigerato inedito della reunion non si è mai sentito…
Andy: «Chissà che fine ha fatto, magari Morgan ne ha conservato 200 versioni diverse e non sa nemmeno dov’è. Il nome Bluvertigo però l’ho depositato io.»
Come pensate di portare in giro dal vivo questo disco dei Fluon?
Luca: «Saremo in 4 sul palco con quello che chiamiamo il prototipo di unità mobile intelligente. Ci saranno sequenze, ma saranno controllate in tempo reale, con ripetizioni, tagli. Andy avrà le chitarre e il sax. Sarà molto suonato e vedrà la messa in pratica delle nostre idee. Le uniche remore che avremo saranno per gli sponsor: niente date a sostegno di violenza o armi, poi andremo ovunque.»