Nel rinnovato Teatro Karol di Castellammare di Stabia, un piccolo gioiello di 240 posti recuperato dalla saggezza e lungimiranza di Don Catello Malafronte e ridonato da qualche mese alla città come simbolo di diffusione di vera cultura sul territorio. Nella città teatrale per antonomasia che ha dato i natali a personaggi del calibro di Viviani, Ruccello e tanti altri artisti, si saluta sempre con entusiasmo l’apertura di un nuovo teatro con in cartellone una rassegna musicale che prende a prestito il suo titolo da una nota canzone di Claudio Baglioni Notte di note e fra gli ospiti di questa, l’artista stabiese Fiorenza Calogero alla voce e tamburello e suo marito Marcello Vitale alla chitarra battente nello spettacolo Il canto della sirena, un omaggio alla tradizione classica e non solo della canzone napoletana e a tutti i suoi miti. L’artista entra in scena dalla platea buia accompagnata solo da un faro e da un moderno tamburello e nel suo monologo la frase ” ‘a paura ce fà adeventà funeste” sembra scritto tutto il destino di una città e di un popolo che nasce dalla morte di una sirena dal nome Partenope accolta fra le braccia del servo Pulcinella l’uomo/maschera, un momento di grande pathos ben raccontato nella performance dell’artista Susy Saulle in una tela di infinita delicatezza, dipinta sul palco tra lo scorrere di un canto e l’altro e due grandi maschere sono pure in scena a fare da scenografia alla voce antica eppure modernissima della Calogero, attenta ad intervallare musiche settecentesce a pezzi moderni del compianto D’angiò o del suo autore di brani inediti nel suo ultimo album Nun tardare sole, Enzo Avitabile con la canzone Tre fronne e tre ciure. E poi il noto e appassionato monologo della Madonna d’e rose tratto dalla Filumena Marturano di De Filippo e di seguito la famosa canzone Bambnelle e coppe e quartiere. Poi ancora la travolgente Rumba d’e scugnizz di Viviani e un assolo virtuosistico di chitarra battente compasta dallo stesso maestro Vitale. Il bis finale affidato a Voce ‘e notte conclude questo spettacolo che sarà replicato sabato 7 aprile all’interno della rassegna che prevede pure il 14 aprile l’appuntamento con i Latin jazz quintet. A latere il teatro si fa sede anche di un cineforum documentaristico, il 21 marzo con un docufilm dedicato al rapporto speciale che Lucio Dalla aveva con la città di Castellammare di Stabia e il 4 aprile con quello dedicato ai tesori dell’area archeologica di Stabia.
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