Al Teatro dei Templi di Paestum, la settimana di ferragosto è iniziata con i numeri giusti. In concerto agli scavi abbiamo ritrovato Fiorella Mannoia che ha ripercorso a piccoli passi con grandi brani i suoi primi 42 anni di carriera.
Tutto è ruotato intorno all’incanto dell’artista nella notte di lunedì 9 agosto 2015. Anche il temporale ha atteso la fine del live per scatenarsi: durante tutto il concerto a fare da ulteriore scenografia ai suggestivi scavi ci sono stati fulmini e saette di rara bellezza.
La Mannoia ha iniziato in perfetto orario salutando il suo pubblico accorso nonostante le condizioni meteo più avverse.
Sul palco un racconto di viaggi nei viaggi: l’artista romana si rivela brano dopo brano, raccoglie pezzi di storia musicale e di vita personale aiutando gli ascoltatori a capire alcuni dei motivi per cui si è tutti lì riuniti a Paestum.
Fiorella non dimentica di ringraziare gli amici cantautori che le han donato molti dei brani che fan parte della sua, loro e nostra storia.
Questo fa parte dell’incanto della cantante romana: ogni singola parola e nota dei pezzi che altri hanno scritto per lei sembrano esserle ugualmente cuciti addosso e in realtà lo sono.
Copyright, SIAE, diritti: niente conta quando si parla di emozioni sincere. L’arte è di chi la vive, di chi sa accoglierla nel cuore, di chi sa percepirla e farla percepire. Fiorella Mannoia riesce in tutto questo da più di 40 anni, non è una semplice interprete, lei è una delle voci del cuore.
Una voce che qualche anno fa ha anche deciso di prendere in mano carta e penna e iniziare a scrivere: «Non chiedetemi perché non l’abbia fatto prima – precisa la Mannoia – non ho una risposta precisa. Qualche anno fa però ho letto due libri sulla situazione del Sud Italia che mi hanno cambiato visione del mondo e ho sentito l’esigenza di scrivere di mio pugno nuove canzoni.»
Brani che Fiorella ha raccolto nell’album live “Sud il tour”, brani che non potevano mancare nella tappa campana.
Senza retorica né inutili parole, la Mannoia ha ricordato Pino Daniele cantando la sua “Senza ‘e te”. Standing ovation e silenzio orante ai templi: non tutto è questione di parole, al massimo l’artista ama utilizzare “Le parole perdute”.
Non sono mancati brani immortali come “Sally”, “Il cielo d’Irlanda” e “Via con me”, omaggi a Fossati, Baglioni e Ruggeri che hanno aiutato l’artista anche ad essere, nella notte delle stelle cadenti, la dea del Tempio di Era.
Fiorella Mannoia ha salutato il suo pubblico da brava terrona con un bel “La faccia mia sotto i piedi vostri”. Emozioni e commozioni attraverso i secoli e oltre le generazioni.
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